Economia europea: analisi e prospettive

Economia europea

Il 2019 per l’economia europea è iniziato certamente col piede sbagliato.
Il tentativo di colpevolizzare il bersaglio Italia, da sempre vulnerabile per le croniche divisioni interne, è miseramente fallito per l’evoluzione complessiva di dati macroeconomici negativi.

Dopo la Francia anche la Germania ha cominciato a mostrare la corda e l’affanno di un ciclo economico dal Fiato corto.

La BCE spuntata sui tassi fa quello che può…ma non basta

A differenza della FED la BCE non ha potuto o meglio saputo in questi anni fare ripartire compiutamente il ciclo dell’economia europea.
Di conseguenza i tassi sono rimasti ancorati allo zero. E da questo livello manovre sui tassi atte a rilanciare il ciclo economico non sono ovviamente praticabili.

I dati del primo bimestre molto deludenti e quasi sempre sotto il consensus reclamano da settimane interventi decisi.
ma come detto coi tassi a zero la BCE dovrebbe lavorare di fantasia.
La via era e rimane quella di un QE che sotto forma di LTRO immetterà altra liquidità nel sistema bancario dell’eurozona.

Questa politica serve certamente da calmante per le borse ma l’incidenza sull’economia reale in una fase di evidente rallentamento per non dire recessione. Resta tutta da verificare.

Il ruolo della politica per il rilancio dell’economia europea

Abbiamo già descritto a fondo le differenze tra USA ed UE la maggior parte di esse ed a sfavore dell’Europa deriva da scelte ovvero mancate scelte in ambito politico.

L’ossessione per l’austerity della Commissione europea ha portato povertà ed altra rischia di crearne

E’ assolutamente necessario cambiare politica.
L’attuale parlamento di Bruxelles si è certamente reso conto di avere ampiamente peso il consenso popolare ed ha concesso una proroga alla concessione di fondi UE.

Ma probabilmente ci è arrivato in ritardo…

L’economia europea potrà crescere soltanto cambiando paradigma

Il modello di riferimento utilizzato dall’Unione europea si è rivelato fallimentare, specie se confrontato con le dinamiche economiche americane.

I cosiddetti bilanci virtuosi di virtuoso hanno avuto ben poco se il primo loro effetto è stato la moltiplicazione della disoccupazione che ha raggiunto in molte nazioni UE livelli record, sconosciuti prima dell’entrata in vigore dell’euro.

La concentrazione sulla lotta all’inflazione è anacronistica a maggior ragione visto che si è seriamente rischiato di finire in deflazione nonostante l’enorme massa monetaria messa in circolazione col QE.
Segnale di pericolo finora ignorato tanto più che si cercherà di rimediare a i pessimi dati di inizio 2019 per la stessa via.
Sembra non si tanga conto che il primo QE si aggiunse a ripetuti tagli dei tassi ora non possibili per i motivi sopra riportati… potrebbe anche non funzionare nulla, teniamolo a mente.