Economia e statistica, discipline affidabili?

ProiezionidiBorsa

Economia e statistica, discipline affidabili?

Intervista a Gian Piero Turletti*

*Staff di Proiezionidiborsa

 

In questa intervista vorremmo approfondire, innanzi tutto, l’affidabilità delle discipline economiche e statistiche.

Cosa può dirci al riguardo?

E’ sicuramente un tema che ha, da sempre, dominato la dialettica tra cosiddette sciente esatte ed inesatte, come ad esempio avviene nel confronto tra matematica e statistica.

A tal riguardo, va rilevato che molte delle accuse verso le cosiddette discipline a base statistica, sono sicuramente non vere.

I sostenitori delle cosiddette scienze esatte, come la matematica o la fisica, sono soliti imputare alle scienze non esatte colpe ed errori non indifferenti.

Si sostiene che mentre le scienze esatte danno risultati sempre e comunque certi, lo stesso non avviene ad esempio per discipline dove i risultati sono solo probabili, ma non certi.

Ma questa visione rappresenta una ricostruzione poco veritiera della realtà.

Intanto, va detto che dopo la teoria della relatività di Einstein, sia quella generale che quella ristretta, nonché dopo le risultanze evidenziate dalla fisica quantistica, in realtà di scienza esatta non si potrebbe parlare neppure più per discipline come la matematica.

Se per la matematica tradizionale 2 e 2 fa 4, per la teoria della relatività di Einstein  il risultato potrebbe anche essere 5, ad esempio.

Ma, a parte questi tecnicismi, va detto che anche in una visione tradizionale delle cose, comunque la cosiddette discipline statistiche non hanno mai avuto la pretesa di fornire risultati sempre e comunque esatti.

 

Nonostante questo, le discipline statistiche ancora oggi hanno larga diffusione, e non solo in ambito finanziario o economico.

In fondo, anche discipline rilevanti per la salute e la vita di tutti noi, come la medicina, sono a base statistica.

Gli effetti, positivi o negativi di un farmaco, sono quelli previsti a livello statistico, e questo non toglie che il singolo possa riscontare effetti diversi da quelli previsti per quel farmaco in ambito statistico, eppure si continuano ad usare i farmaci in questo modo, accettando un rischio di conseguenze statisticamente diverse rispetto a quelle previste.

 

Ma in economia e nella finanza?

Credo siano ingiuste certe accuse che fanno di ogni erba un fascio.

Alcune interpretazioni economiche e finanziarie sono state effettivamente

sbagliate, scorrette, ma esistono leggi economiche che hanno dimostrato di funzionare.

 

Qualche esempio?

Una diffusa polemica in rete riguarda proprio uno studio statistico di attualità, elaborato per rispondere a questa domanda:

i paesi con alto debito pubblico, hanno una  crescita economica inferiore agli altri?

Uno studio di due economisti, Reinhart e Rogoff, elaborato con tecniche statistiche, tenderebbe a rispondere positivamente, mentre l’evidenza della situazione economica di molti paesi ha dimostrato il contrario.

Ma tale elaborazione non poteva essere portata a dimostrazione di una generale infondatezza dei metodi statistici e matematici applicati a fenomeni finanziari ed economici, proprio in quanto erano errati gli specifici calcoli su cui quello studio si basava.

E’ come, teoria della relatività a parte, se si dicesse che la matematica non è una scienza affidabile, perché 2 e 3 fanno 4.

Peccato che non è la matematica ad essere una disciplina inaffidabile, ma è questo calcolo che è errato.

Nell’elaborazione statistica di due studiosi si erano commessi diversi errori, e quindi non potevano che derivarne risultanze infondate.

Abbiamo, infatti, molte prove che previsioni e leggi economiche hanno funzionato egregiamente nel tempo.

La crisi di questa fase economica, legata all’introduzione della moneta unica, era stata, ad esempio, già prevista una trentina di anni fa, oppure leggi economiche liberali, che promettevano consistenti crescite economiche, sono state applicate da vari governi in tutto il mondo, con positive conferme degli scenari descritti, a partire dalla reaganomics.

 

E nell’ambito della previsione sui mercati finanziari?

Anche a tale riguardo, non si può fare di ogni erba un fascio.

Ad esempio proiezionidiborsa elabora metodi, che poi verifica sui mercati, e solo dopo attenta convalida da parte dei mercati, un metodo si ritiene affidabile.

Questo proprio a differenza di molteplici metodi di analisi tecnica tradizionale che, a differenza di quelli proprietari di proiezionidiborsa, non sono statisticamente convalidati.

E’ questa una componente che i critici spesso non considerano, non distinguendo i metodi, in campo economico e finanziario, testati, rispetto a quelli che non lo sono.

E’ come se io accusassi qualsiasi farmaco di essere inaffidabile, in quanto espressione solo di formule chimiche elaborate dal suo ideatore, ma non è così.

Sappiamo, infatti, che i farmaci approvati sono solo quelli che superano determinati test statistici, ed  allo stesso principio riconduce la rivoluzione copernicana di proiezionidiborsa.

 

E proprio applicando tali metodi, a suo avviso quali sono alcune analisi che ritiene particolarmente rilevanti?

In questi ultimi tempi, non sempre i mercati hanno seguito paradigmi di comportamento strettamente riconducili a parametri matematico-geometrici.

Ma va detto che tali parametri valgono più per il medio e lungo termine, che per il breve.

E proprio in tale ottica, sottolineo alcuni fondamentali fattori in termini di intermarket analisys.

Come noto, sul medio/lungo termine, il bund è inversamente correlato rispetto all’azionario, mentre il rapporto eurodollaro è direttamente correlato alle borse.

Proprio in quest’ottica appaiono rilevanti le indicazioni che riguardano le relative proiezioni.

Il bund appare in area di massimo, cui dovrebbe quindi corrispondere un’area riaccumulativa di lungo dei mercati azionari.

Situazione simmetrica per quanto riguarda l’eurodollaro, che pare inserito in un trend rialzista di lungo, e proiettato verso un obiettivo di massimo per il 2017, setup che dovrebbe corrispondere ad un massimo anche per le principali borse occidentali.

Ne consegue che anche questa intermarket analisys depone a favore di un rialzo strutturale dell’azionario.

 

Veniamo alle politiche prospettate dal governo.

Intravede novità?

Direi che ora il discorso passa dal piano politico a quello più squisitamente tecnico.

Nel senso che Letta ha individuato come prioritario il tema della crescita.

Ora si tratta di trovare le risorse per far fronte a quanto programmato, risorse finanziarie che, appunto, spetta innanzi tutto ai tecnici individuare, così da consentire ai politici la scelta tra opzioni diverse.

 

Ed a livello internazionale, sul fronte economico?

Parrebbe una novità, in verità non inaspettata, la crescita occupazionale in Germania.

Apparentemente stupisce, in un quadro generale di crisi economica, come l’attuale, ma riconduce a precise ragioni.

Infatti, non va dimenticato che, a differenza di molti altri paesi, la Germania ha diversificato la commercializzazione dei propri prodotti sui mercati internazionali, nonché conquistato quelli dell’eurozona, vincendo sulle posizioni italiane premuro, legate, prima dell’euro, alla svalutazione competitiva della lira, anche questo un quadro che già era stato previsto molti anni fa, a dispetto di chi ritiene le previsioni economiche pura arte cabalistica.

Di qui i positivi risvolti occupazionali.

 

Sul fronte obbligazionario, quali novità?

Vorrei ricordare in particolare come sui titoli di stato di nuova emissione, gli emittenti in area euro potranno applicare le clausole di ristrutturazione, che possono comportare modifiche nelle cedole e nel capitale di rimborso, rispetto a quanto inizialmente previsto.

Per chi voglia evitare questa incognita, non resta che rivolgersi a titoli di emissioni precedenti.

 

Infine, del ribasso dei tassi cosa pensa?

Sinceramente, noto in giro molta preoccupazione per questa politica di quantitative easing e di tassi bassi, da parte delle banche centrali.

Si temono bolle speculative, che poi diano luogo a crolli improvvisi, ma a mio avviso sono motivazioni infondate.

 

In che senso?

Ogni mercato legato ai tassi d’interesse, come l’azionario o l’obbligazionario, va comunque incontro a fasi di crescita e decrescita, che sempre ci saranno, come sempre ci sono state, visto l’andamento ciclico dei mercati.

Ovvio che quando un mercato è ai massimi, poi scenda.

Si ama parlare di scoppi delle bolle, soprattutto per i mercati azionari, in quanto di solito le discese avvengono con maggior velocità, rispetto alle fasi ascendenti, ma questo si è sempre verificato, anche a prescindere dai tassi.

Ogni mercato esprime peraltro livelli di equilibrio, rapportati a determinati livelli dei tassi d’interesse.

Rispetto a tali livelli di equilibrio, come sempre, poi intervengono le forze del mercato a rompere questi ultimi, al rialzo durante i mercati toro, ed al ribasso durante i mercati orso.

A me pare, quindi, che certi analisti si preoccupano per una ciclicità che esiste da sempre sui mercati.

Tranne particolari stravolgimenti della situazione tecnica, come ad esempio la rottura di determinati livelli di supporto di medio/lungo, io invece ritengo che i principali mercati azionari continueranno la loro risalita sino al prossimo setup temporale di lungo, previsto per il 2017.