Firenze è la culla del Rinascimento. Una città da visitare almeno una volta nella vita che ci lascerà senza parole. La splendida Piazza del Duomo e Piazza della Signoria che ci catapulteranno indietro nel tempo. Per non parlare della solenne Galleria degli Uffizi, ricca di capolavori d’arte che non hanno eguali. Questa città è stata la culla di pensatori, poeti, artisti, basti solo pensare a Leonardo da Vinci. Ma non tutti lo sanno che qui è anche nato uno dei cocktail italiani più famosi al mondo.
Ecco un motivo in più che pochi conoscono per visitare la bellissima Firenze
Stiamo parlando del Negroni. Un cocktail tutto italiano che ormai si beve ovunque nel mondo. Tanto da guadagnarsi la medaglia d’argento dei cocktail più bevuti al mondo. Questo drink è sinonimo di aperitivo per moltissimi italiani. La ricetta classica è sicuramente la più apprezzata anche se esiste una variante altrettanto famosa, il Negroni Sbagliato.
Come si prepara?
La ricetta originale è davvero semplicissima ma dal gusto inconfondibile. Si prepara con 1/3 di gin, 1/3 di vermouth rosso e 1/3 di bitter Campari. E si finisce con una scorzetta di limone o arancia. È importantissimo che i liquori si diluiscano alla perfezione. Quindi vanno miscelati con ghiaccio anche nel bicchiere di servizio, ma deve essere super freddo.
Il Negroni nasce da una rivisitazione dell’Americano. Ed è stato preparato per la prima volta nella storia proprio a Firenze nel 1919. Nella drogheria Casoni il barman Fosco Scarselli preparò questo cocktail per il Conte Camillo Negroni. E proprio da lui che prende il nome questo drink elegante e asciutto che ormai amano tutti.
Si può visitare proprio l’angolo in cui si trovava la famosa drogheria. L’angolo in questione è quello del Palazzo Viviani della Robbia. Basterà alzare lo sguardo per trovare una targa che ci ricorda l’importanza di questo posto.
Ed ecco un motivo in più che pochi conoscono per visitare la bellissima Firenze. Ora sappiamo che è d’obbligo assaggiare anche il cocktail italiano più famoso al mondo. E gustarlo nella sua ricetta originale.
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