Più l’età avanza e ci si avvicina ai 60 anni e più cresce in molti contribuenti il desiderio di lasciare il lavoro quanto prima. Gli ultimi anni di attività professionale sembrano ere geologiche per chi è ormai stanco di rispettare regole e orari fissi. Per poter accedere al trattamento pensionistico però bisogna possedere anzitutto alcuni specifici requisiti contributivi. Il lavoratore che ha accumulato dei buchi assicurativi nel corso degli anni è spesso impossibilitato a lasciare prima l’impiego.
In alcuni casi è possibile ottenere che l’Ente previdenziale accrediti una quota della copertura assicurativa. Del resto, l’INPS versa 96 settimane di contributi gratis a lavoratori e disoccupati che inviano questa domanda. In tal modo l’aspirante pensionato accumula una storia contributiva più lunga che torna utile tanto per la misura quanto per il diritto all’assegno previdenziale.
Conviene pertanto adoperarsi per ottenere il riconoscimento anche di eventuali contributi figurativi che si sono maturati nel tempo. L’importo dei ratei mensili infatti aumenta nella misura in cui cresce il montante di contribuzione. Ne diamo un esempio indicando quanto percepisce di pensione a 64 anni un lavoratore con 20 anni di contributi. Chi infatti preferisce abbandonare il posto di lavoro con anticipo molto spesso accede alla pensione con meno anni di versamenti.
Ciò ovviamente determina come diretta conseguenza una riduzione degli importi spettanti rispetto a quelli dei colleghi che invece raggiungono i 67 anni di età. Analizziamo dunque l’ammontare degli assegni e in particolare ecco quanto paga l’INPS per le pensioni anticipate dei lavoratori con 38 anni di anzianità contributiva. Quale sarà ciò l’eventuale taglio che cala sulle spettanze di chi decide di ritirarsi qualche anno prima per godersi il tempo libero.
Ecco quanto l’INPS paga per le pensioni anticipate dei lavoratori con 38 anni di anzianità contributiva
Chi è ancora indeciso sul prepensionamento dovrebbe anzitutto sapere di quanto aumentano gli assegni delle pensioni con 2 o 3 anni in più di lavoro. Solo così potrebbe valutare con maggiore cognizione se e quanto convenga l’opzione dell’anticipo pensionistico. Chi possiede già 38 anni di contributi può approfittare della misura di Quota 102 che prevede il diritto alla pensione a 64 anni di età.
Di poco diversa da Quota 100, questa prestazione economica dell’INPS comunque offre la possibilità di uscire con 3 anni di anticipo. In realtà tale opportunità previdenziale non comporta delle riduzioni a monte, ma semplicemente quelle relative all’anticipata cessazione dell’impiego. A seconda delle retribuzioni da lavoro quindi l’ammontare degli assegni potrà essere più o meno alto. Ad esempio chi percepisce uno stipendio lordo di circa 1.600 euro al mese perderebbe una somma di denaro compresa fra 40 e 160 euro rispetto ai ratei spettanti. Il costo dell’uscita anticipata si attesterebbe invece fra i 100 e 210 euro per i lavoratori con retribuzioni lorde di circa 50mila euro annue. Sono queste semplici simulazioni di calcolo che tuttavia potrebbero fornire dati approssimativi sui futuri assegni pensionistici.