Ecco quanti grammi di porro dovremmo mangiare per combattere la stipsi

porro

Il porro è un ortaggio che spesso viene sottovalutato sia da un punto di vista culinario sia dal lato salutistico. Questo bulbo appartiene alla famiglia delle Liliacea come l’aglio, ad esempio. Ha un gusto decisamente più dolce e delicato rispetto agli ortaggi fratelli come aglio, cipolla o scalogno. Grazie a questa virtù può esser utilizzato per infinite ricette fra cui zuppe molto gustose, ad esempio. Inoltre quest’ortaggio si presta anche a preparazioni agrodolci come la marmellata o i porri caramellati. Vediamo quindi quali virtù nutrizionali offre e perché è così importante consumarlo.

Ecco quanti grammi di porro al giorno dovremmo mangiare per combattere la stipsi

Del porro si consuma solitamente solo la parte bianca. Le foglie verdi vengono usate per preparare i brodi vegetali o insaporire le minestre. Questo ortaggio bianco è davvero un portentoso alleato della nostra salute in primo luogo per l’apparato cardiovascolare. In questo articolo spieghiamo in che modo giovi alla circolazione.

L’apporto di vitamina A, C, sali minerali come zinco, ferro, potassio e magnesio rendono il porro un alimento irrinunciabile per la nostra dieta. Inoltre grazie all’acido folico contenuto è importante per le donne in gravidanza e in casi di soggetti anemici.

Le virtù diuretiche

L’alta percentuale di potassio contenuta nel porro facilita l’espulsione delle tossine grazie all’effetto diuretico. Per combattere la ritenzione idrica è possibile conservare l’acqua di cottura del porro bollito e berla una volta raffreddata. È ottima anche per diluire una centrifuga di carota. Per chi però fosse predisposto a calcolosi, meglio evitare di consumarne in grandi quantità, dato che contiene ossalati, responsabili della formazione dei calcoli renali.

La funzione lassativa

Molti di noi sono afflitti dal problema della stipsi. È noto che una dieta ricca di fibre possa aiutare nella lotta alla stitichezza occasionale. Naturalmente occorre escludere cause più gravi tramite un consulto medico ma in inverno sono comuni episodi di rallentato transito intestinale. Questo si spiega con la diminuzione dell’attività fisica e delle camminate e soprattutto con il minor apporto di liquidi. Se il nostro medico di famiglia ci ha consigliato una dieta ricca di fibre, il porro ne è estremamente ricco. In particolare la fibra in esso contenuta è di tipo solubile, l’inulina. All’inulina sarebbero riconosciute diverse funzioni come la riduzione della formazione di gas intestinali. Questo oligosaccaride promuove la crescita di batteri “buoni” della flora intestinale come i Bifidobatteri e i Lattobacilli.

L’inulina, poi, ostacola al contempo il proliferare di batteri nocivi come l’Escherichia coli, la Salmonella spp o la Listeria. L’azione antibatterica del porro è inoltre agevolata anche dall’allicina in esso contenuta. È davvero un ortaggio dalle mille virtù se pensiamo che con una porzione di 200 grammi di porro possiamo acquisire un quarto della fibra giornaliera raccomandata. Questo sarà un valido aiuto contro la stitichezza occasionale.

Ecco quanti grammi di porro dovremmo mangiare per combattere la stipsi e trovare giovamento per l’intestino pigro.