Con l’arrivo dell’estate si ricorre a ogni mezzo per rimettersi in forma. Dopo una lunga inattività, si riprende l’attività sportiva. Si ricominciano le diete interrotte o se ne cercano di nuove. Quando andiamo a fare la spesa, riempiamo il carrello di frutta, verdura e numerosi prodotti con la dicitura “light”. Scegliamo yogurt, bevande zero-zuccheri, formaggi, biscotti tutti rigorosamente light o con pochi grassi. Ma vediamo perché non tutti i cibi light per dimagrire o per tenere sotto controllo la glicemia fanno bene come crediamo.
L’oggetto del marketing
Non dovrebbe più meravigliarci che l’oggetto del marketing siamo noi, in quanto consumatori. Qualsiasi prodotto in un supermercato è confezionato e studiato per essere comprato da noi. La parola light, nella nostra mente orientata al fitness, è sinonimo di “sano”, “leggero”, “salutare”. Il cibo light è in qualche modo migliore della sua versione calorica originale. Ci sarebbe da chiedersi perché dunque i prodotti non nascano direttamente light, salvaguardando la salute. Una prima risposta potrebbe essere che non tutto è così come appare.
L’importanza delle etichette
Sui prodotti “light” la nostra lettura si focalizza soltanto sul numero delle calorie, dimenticando tutto il resto. In realtà, le etichette sui prodotti, a saperle leggere, ci danno molte informazioni. Secondo l’art. 174 dell’ODerr, un alimento può essere definito light se il valore energetico è ridotto del 30% rispetto alla sua versione originale. Ecco allora che un prodotto potrebbe essere a basso (o ridotto) contenuto calorico; senza calorie. Oppure potrebbe essere a basso contenuto di grassi, senza grassi, senza zucchero aggiunto. Bisognerebbe informarsi bene prima di acquistare.
Ecco perché non tutti i cibi light per dimagrire o per tenere sotto controllo la glicemia fanno bene come crediamo
Le calorie possono essere ridotte, a seconda del prodotto, in due modi:
a) riducendo gli zuccheri;
b) riducendo i grassi.
Nei prodotti light, gli zuccheri vengono sostituiti da dolcificanti quasi privi di contenuto calorico. Questa informazione potrebbe essere importante per esempio per pre-diabetici e diabetici. Lo zucchero (saccarosio) può essere sostituito da fruttosio. Il fruttosio ha un basso indice glicemico e secondo recenti studi diminuisce il picco di glucosio post-prandiale nei diabetici (Evans RA et al, Am J Clin Nutr. 2017). Altri dolcificanti che sostituiscono lo zucchero però potrebbero essere dannosi (saccarina, ciclamato, aspartame).
La riduzione dei grassi avviene con l’utilizzo di grassi vegetali, margarine o surrogati. Spesso, i sostituti dei grassi alterano i sapori. Questo comporta l’utilizzo di conservanti, di aromi artificiali, additivi ed esaltatori di sapidità.
Sarebbe una buona regola pertanto preparare la lista della spesa a casa. In questo modo si evita l’acquisto compulsivo e ci si può fermare a leggere attentamente le etichette dei prodotti che intendiamo acquistare.