Ecco perché nel presepe ci sono anche il bue e l’asinello

Grotta della natività nel presepe

Siamo tutti abituati a riconoscere un presepe. E sappiamo tutti quali statuette inserire e come posizionarle: Gesù bambino, San Giuseppe, la Madonna, l’angelo e cui verranno aggiunti i Re Magi. Naturalmente, davanti alla grotta, la presenza del bue e dell’asinello è tanto scontata quanto gradita, specie dai più piccoli.

Tuttavia, se prestiamo attenzione alle parole dei Vangeli, non troveremo mai né il bue né l‘asinello. Com’è possibile, allora, che già il grande Giotto inserì nella sua celebre Natività sia il bue sia l’asinello? Ecco perché nel presepe ci sono anche il bue e l’asinello.

Intuizione popolare e Sacre Scritture

Nella terminologia politologica si prende, spesso, a prestito dall’inglese l’espressione “bottom up”, dal basso. Se vogliamo capire il presepe, dobbiamo naturalmente pensare all’opera e alla vita di San Francesco di Assisi e alla sua azione proprio dal basso.

Nell’antica Sabina romana, a Greccio, San Francesco organizzò il primo presepe della storia proprio con i contadini che ne popolavano il borgo. Questi, immagarono che l’asinello fosse sicuramente presente a Betlemme per via del viaggio di San Giuseppe e il famoso censimento.

Per quanto riguarda il bue, pensarono che la vita dei pastori di Betlemme dell’anno zero non fosse poi così diversa dalla loro. Il bue, infatti, era allora, così come in Giudea, un animale fondamentale per arare la terra e, quindi, presente durante la notte della Natività.

Inoltre, nella Bibbia, c’è un unico passaggio che ci presenta la figura del bue e dell’asino davanti al Signore. In particolare, è il profeta Isaia che, nel suo libro, ci dice che questi animali riconosceranno per primi il Dio fatto uomo e si prostreranno. Un pò come i nostri cani ci riconoscono tra mille altre persone. Ecco, dunque, spiegato perché nel presepe ci sono anche il bue e l’asinello.

 

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