Ecco perché la Borsa di Milano è stata nuovamente affossata

Borsa italiana

Ancora una seduta difficile per le Borse europee ma in particolare per quella di Milano, che chiude con un pesante ribasso dopo il bel rialzo di ieri. Come una rondine non fa primavera anche un giorno di rialzo, se pur importante, non fa un trend rialzista. Ciò che è accaduto oggi in Borsa lo dovrebbe dimostrare. Ecco perché la Borsa di Milano è stata nuovamente affossata

Ecco perché la Borsa di Milano è stata nuovamente affossata

Prima di tutto partiamo dai dati perché è ai prezzi che bisogna rifarsi sempre per capire cosa accade sui mercati finanziari. L’indice delle blue chips di Piazza Affari, l’Ftse Mib (INDEX:FTSEMIB), ha chiuso in ribasso del 2,1%. Un brutto calo che è ancora peggiore se si pensa che l’indice tedesco Dax ha terminato la seduta in lieve rialzo dello 0, 15%.

Da cosa deriva questo diverso andamento? Prima di tutto dalla revoca del divieto di short selling. Il divieto di vendita allo scoperto sulle azioni di Piazza Affari avvenuto ieri, era in vigore da 90 giorni. Appena è stato revocato, la speculazione ha iniziato a picchiare duro sui nostri titoli. Segnale che il mercato valuta molto fragile la nostra Borsa.

Ed infatti oggi sulle blue chips si è abbattuta un ciclone con titoli azionari che hanno perso fino all’8%, come Tenaris, TIM e Banco BPM. Naturalmente le banche sono state bersagliate anche se Intesa e Unicredit hanno limitato le perdite a poco più di un punto percentuale.  Male anche Fiat che ha perso il 4,5%. Sul titolo ha pesato la notizia che in Europa il calo delle immatricolazioni ad aprile è stato del 78% rispetto allo stesso mese del 2019.

La buona notizia è che cala lo spread

L’unica notizia positiva in Piazza Affari è stata la riduzione dello spread tra Btp e Bund, l’unico ribasso che è visto positivamente dai mercati. Il calo dello spread è dovuto anche alla proposta di Francia e Germania della costituzione di un Fondo Europeo di ricostruzione. Progetto che per come è stato illustrato è favorevole all’Italia. Questo ha permesso di allentare la tensione sui nostri titoli di Stato e di abbassare il differenziale di rendimento tra titoli tedeschi e italiani a 210 punti

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