Dalla crisi dei mutui subprime del 2008, dalla crisi del debito sovrano degli anni seguenti alla recentissima crisi economica derivante dal Covid 19 la domanda è sempre la stessa. Perché in Italia non c’è lavoro? Specie per i giovani qualificati, che sempre più spesso espatriano.
Tuttavia, anche per i cinquantenni la situazione non è rosea. Per non parlare delle Regioni del nostro Meridione, ancora e da sempre più penalizzate rispetto alle Regioni del Nord.
Vediamo oggi alcune ragioni che gli economisti sottolineano per spiegare questo fenomeno. Ecco perché in Italia non c’è lavoro.
Mismatching
Per la prima ragione dobbiamo prendere un vocabolo a prestito dal dizionario inglese. “Mismatching”, infatti, è una parola che significa “non perfetta combinazione”.
Sembra, cioè, che in Italia non ci sia una perfetta combinazione tra domanda ed offerta di lavoro. Ovvero tra ciò che le aziende private richiedono e ciò che i lavoratori possono offrire come competenza. Una fra tutte è l’informatica, scienza del futuro, che oramai è presente, è poco studiata.
Scarsa produttività del lavoro
Seconda ragione è la scarsa produttività del lavoro. Noi italiani siamo secondi tra gli europei in termini di ore lavorate a settimana. Se però analizziamo il dato della produzione in un determinato lasso di tempo, la produttività, è meglio che cambiamo discorso.
Questo fattore può spiegarsi in insufficiente investimento in ricerca e sviluppo delle imprese. Dalle scarsissime formazioni offerte da molte imprese italiane ai propri impiegati alla scarsa dotazione di capitale materiale (pc all’avanguardia, buona connessione internet etc.).
Corruzione, nepotismo
Una terza ragione va ricondotta a pratiche mediterranee, troppo mediterranee. In Italia il lavoro non c’è perché, per posti dirigenziali, la nostra società si basa su logiche non di mercato ma di amicizia. Sì, la nostra società, tutti noi, in fondo.
La logica di mercato è la seguente: chi merita va avanti, anche se è più bravo del nostro migliore amico. Come diceva De André, “anche se ci crediamo assolti, siamo tutti coinvolti”.
In sintesi, ecco perché in Italia non c’è lavoro.