Ecco le 2 strategie da adottare per guadagnare con questo mercato azionario

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Ieri i mercati azionari per l’ennesima seduta hanno mostrato forti segnali di incertezza. Non è solo Piazza Affari che da un paio di settimane non riesce a ritrovare la via del rialzo. È tutto il comparto azionario europeo che sembra aver smarrito quella forza che aveva trovato tra fine maggio e inizio giugno.

È ovvio che adesso un investitore si domandi come si deve comportare. Ecco le 2 strategie da adottare per guadagnare con questo mercato azionario

Ecco le 2 strategie da adottare per guadagnare con questo mercato azionario

Ci possono essere due tipi di investitori. L’investitore 1 che ha comprato quando il rally in Piazza Affari è cominciato. Magari è entrato a fine giugno ed è in guadagno. E adesso si sta domandando se vendere o aspettare. Poi c’è l’investitore 2 che ancora non ha comprato e che è indeciso se entrare o aspettare.

Chi ha comprato delle azioni, magari a fine maggio o a inizio giugno, è sicuramente in guadagno. La strategia migliore da seguire è quella di attendere che le Borse, in particolare Piazza Affari, diano dei segnali negativi. Finché l’indice Ftse Mib (INDEX-FTSEMIB) si manterrà sopra quota 19mila non c’è pericolo che cominci un nuovo trend ribassista.

In caso di chiusura sotto i 19.000 punti, soprattutto se confermata a livello settimanale, potrebbe essere buona cosa vendere e passare all’incasso. Per poi eventualmente ricomprare quando il calo sarà terminato.

La strategia dell’investitore n.2

E poi c’è l’investitore numero 2. Quello che ancora non è entrato. Si sta mangiando le mani perché ha perso l’occasione di sfruttare il rialzo del miglior trimestre degli ultimi anni. Morde il freno, vorrebbe comprare, ma è indeciso. Anche per lui vale la stessa strategia di attesa di chi ha già comprato. Solo che in questo caso occorre attendere che l’indice Ftse Mib superi quota 20.000 punti. Meglio se si attende una chiusura oltre 20.400 punti che è il massimo segnato a giugno.

Finché non arriveranno segnali in queste due direzioni non resta che la strategia dell’attesa.