La pesante crisi finanziaria in atto ha costretto il Governo ad intervenire in più occasioni a tutela di imprese e lavoratori. In particolare, l’Esecutivo ha vietato il ricorso ai licenziamenti per motivi economici, estendendo contestualmente il diritto alla Cassa Integrazione. In questo modo, le aziende in difficoltà possono ridurre temporaneamente il costo per il personale senza dover rinunciare ai propri dipendenti.
Allo stesso tempo i lavoratori conservano il proprio posto di lavoro continuando a percepire una grossa percentuale della retribuzione. Lo Stato può così limitare l’aumento dei disoccupati e supportare le imprese, purtroppo però queste tutele non valgono per tutti. Lo Staff di ProiezionidiBorsa ha già evidenziato in un recente approfondimento quali categorie di lavoratori non possono beneficiare di questa iniziativa. Inoltre, in alcuni casi, le imprese potrebbero aggirare la normativa e licenziare con facilità. Insomma, ecco il trucco che le aziende usano per licenziare anche quando non potrebbero.
Il gioco delle scatole cinesi
Da diversi anni, anche nel nostro Paese, alcune imprese utilizzano alcuni escamotage nella gestione del proprio organigramma. Si tratta infatti di una prassi consolidata quella della suddivisione dell’attività aziendale in diverse società controllate. In questo modo, i gruppi industriali possono ottenere vantaggi fiscali, gestionali o garantirsi maggior flessibilità nei rapporti con i terzi. In linea generale, quindi, le grandi imprese utilizzano piccole società controllate per avere meno vincoli o pagare meno tasse. Uno dei sistemi più utilizzati è quello di costituire società apparentemente autonome che svolgono una specifica funzione aziendale. Queste società controllate, quindi, sono in realtà indipendenti solo sulla carta poiché lavorano esclusivamente per la capogruppo.
Ecco il trucco che le aziende usano per licenziare anche quando non potrebbero
Proprio il ricorso alle scatole cinesi potrebbe costituire un pericolo per alcuni lavoratori a tempo indeterminato. Se la società controllante decidesse di dismettere una linea produttiva o una specifica attività, potrebbe decidere di chiudere una propria sussidiaria. In questo modo i dipendenti di quest’ultima non avrebbero particolari tutele di fronte alla perdita del proprio lavoro.
Ecco il trucco che le aziende usano per licenziare anche quando non potrebbero, come in questo periodo. I lavoratori licenziati non potranno pretendere alcuna tutela dal gruppo industriale, poiché dipendenti di una sussidiaria ormai liquidata. Una beffa per i lavoratori e per lo Stato, che attraverso l’INPS costituirebbe l’unica salvezza per le persone interessate. Una salvezza, però, con una durata non illimitata. Il trattamento NASPI, infatti, ha limiti ben precisi stabiliti dal D.Lgs 22/2015.