Ci vuole molta capacità organizzativa per conservare bollette, scontrini, referti medici e ogni sorta di documento importante. Non sappiamo mai, infatti, quando questi potranno tornare utili oppure ci verranno richiesti per non pagare o in caso di necessità. Mentre per i documenti importanti o le bollette è piuttosto semplice conservarli in appositi fascicoli, magari divisi per mese ed anno. Tale operazione può essere più complessa con gli scontri.
Infatti, tutti i giorni otteniamo una grande quantità di scontrini, non è poi sempre la stessa persona che fa acquisti o pagamenti, e tra una cosa e l’altra è semplice perderli o non registrarli accuratamente. In molti si chiedono, come per le bollette, quanto tempo sia necessario conservare gli scontrini e che cosa rischiamo se usciamo da un esercizio commerciale e buttiamo lo scontrino. Meglio ancora, ci si chiede se la polizia, quando ci disfiamo di uno scontrino, possa sanzionarci.
Ecco cosa rischia chi perde o butta lo scontrino e quando è consigliato conservarlo
Intanto c’è da dire che chi rischia di più in caso di assenza dello scontrino è il commerciante. Infatti, se questo omette di rilasciare lo scontrino rischia sanzioni salate. La sanzione generale è del 100% del valore dell’IVA dell’acquisto. Questa sanzione, però, non può mai essere inferiore a 500 euro, dunque anche per un acquisto di 10 euro avremo, in ogni caso, almeno 500 euro di sanzione. Stessa sanzione anche per il commerciante che vende per un valore superiore (ad esempio 100 euro) e ne batte uno inferiore (ad esempio 50).
Se, invece, il commerciante non avesse installato la cassa (misuratore fiscale), tramite la quale emette gli scontrini fiscali, la sanzione andrebbe dai 1.000 ai 4.000 euro. Se, invece, avesse la cassa ma questa non fosse funzionante e il commerciante non ne avesse richiesto la riparazione, la sanzione andrebbe dai 250 ai 2.000 euro.
Il valore dello scontrino
Un’altra questione importante da conoscere è il valore probatorio dello scontrino nei rapporti tra acquirente e commerciante. È credenza comune che senza lo scontrino non si possa cambiare o restituire un prodotto difettoso, in realtà ecco cosa rischia chi perde o butta lo scontrino subito dopo l’acquisto. La giurisprudenza da tempo afferma che l’acquisto di quel prodotto in quell’esercizio può essere provato in moltissimi modi. Non solo quindi con lo scontrino, che è un semplice documento fiscale, ma anche, ad esempio, con l’estratto del conto bancario che ricapitola le operazioni effettuate.
Dunque, ecco cosa rischia chi perde o butta lo scontrino subito dopo aver acquistato un oggetto, per scoprirlo occorre conoscere il D.L. 471/97. Questo Decreto è rimasto in vigore fino al 2003 e prevedeva la responsabilità sia dell’acquirente che del commerciante in caso di mancata conservazione dello scontrino. Oggi, però, questa normativa non è più in vigore e non ha dunque più effetti. Per questo ad oggi l’acquirente che si disfi dello scontrino non rischia nulla in caso di controllo dell’autorità pubblica. Dunque, l’utilità di conservare lo scontrino oggi risiede soprattutto nel poter dare prova del proprio acquisto. Tale problema, però, viene sempre più ridimensionato dagli acquisti effettuati tramite strumenti di pagamento elettronici. Infatti, lo storico dei pagamenti è registrato e sempre accessibile al titolare del conto.