Ecco cosa non dobbiamo mai fare quando prepariamo il ghiaccio e l’errore sempre commesso

ghiaccio

Quando arriva l’estate abbiamo bisogno di 3 cose principalmente: vacanze, bere molto e soprattutto ghiaccio per le nostre bevande. Raffreddare il cibo (le bevande in un secondo tempo) è una necessità nata in tempi antichi, parliamo infatti di migliaia di anni fa, tra il 1000 e il 2000 a.C. Allora le persone scoprirono che i cibi potevano durare più a lungo se conservati a basse temperature. Gli antichi mesopotamici svilupparono così la forma più arcaica di una ghiacciaia, ossia i “pozzi di ghiaccio”. Questi erano grandi strutture in argilla a forma di cupola realizzate sopra la fossa del ghiaccio e con un foro sulla parte superiore. L’acqua del ghiaccio, evaporando, aderiva alle pareti della cupola e raffreddava l’aria all’interno.

Dai pozzi di ghiaccio col tempo si è arrivati al commercio del ghiaccio del XIX secolo negli Stati Uniti e in Norvegia. E nei primissimi anni dell’800 il commercio del ghiaccio ha cambiato nuovamente volto e carne, pesce, frutta e verdura potevano essere spediti in celle frigorifere. Il “mercato del ghiaccio” ebbe fine, diversi anni dopo, con l’invenzione e la distribuzione della refrigerazione domestica.

Dai pozzi ai cubetti

La pratica di mettere il ghiaccio nelle bevande, invece, risale all’imperatore romano Nerone (37-67 d.C.) che beveva bevande ghiacciate con miele. Da allora la strada percorsa è lunga tanto che oggi la maggior parte delle persone non pensa più al ghiaccio, se non quando ne è sprovvista. Proviamo a offrire a qualcuno un bicchiere di acqua calda in piena estate! Tuttavia, nonostante tanti anni di esperienza alle nostre spalle, molti di noi non preparano i cubetti di ghiaccio nel modo corretto. Ecco infatti cosa non dobbiamo mai fare quando prepariamo il ghiaccio e l’errore sempre commesso.

Secondo uno studio (Kumar A. et al, 2020) un oggetto caldo impiega più tempo a raffreddarsi rispetto a uno freddo. Lo stesso Aristotele, circa 2.300 anni fa, aveva osservato che per raffreddare rapidamente l’acqua calda bisognava esporla al sole. Negli anni ’60, questo concetto è stato ripreso affermando che l’acqua calda può congelare più velocemente dell’acqua fredda. Questo fenomeno fisico è conosciuto come effetto Mpemba, dimostrato dallo studio citato.

Ecco cosa non dobbiamo mai fare quando prepariamo il ghiaccio e l’errore sempre commesso

Per raffreddare l’acqua, quindi, come dicevano già i nostri antenati, dobbiamo esporla al sole. Lo stesso dicasi per il ghiaccio. Solitamente la maggior parte delle persone quando prepara la vaschetta del ghiaccio da riporre nel freezer, utilizza l’acqua fredda. Questo perché si crede, erroneamente, che l’acqua fredda congeli più velocemente. Per avere ghiaccio disponibile in tempi più brevi, invece, quello che dobbiamo fare e riempire gli stampi di acqua bollente.

In poco tempo, così, avremo ghiaccio per rinfrescare le nostre bevande durante questa calda estate.

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