Le locazioni commerciali sono un’ottima fonte di guadagno. Concedendo in fitto, infatti un locale, il proprietario dello stesso si garantisce una rendita mensile.
Salvo che non s’incorra in alcune superficialità che potrebbero, poi costare care. Bisognerebbe, infatti, prestare attenzione alle persone cui il locale viene concesso in fitto. E prediligere soggetti che offrono garanzie.
Qual’ è la differenza tra locazione ad uso abitativo e locazione ad uso commerciale?
Nella locazione, sia ad uso abitativo che commerciale, se il conduttore, quindi chi occupa l’immobile, non paga, si può attivare la procedura di sfratto per morosità. Tuttavia, c’è differenza tra lo sfratto relativo ad immobili ad uso abitativo e quello relativo a locali commerciali. Infatti, se si tratta di un’abitazione e il conduttore decide di pagare il debito, il contratto non si risolve.
Questo non può, invece, avvenire nella locazione ad uso commerciale. Nel senso che, in questo caso, se chi occupa il locale non paga il fitto, il proprietario può mandarlo via. Scatta, quindi, la risoluzione contrattuale, anche se il conduttore decidesse di saldare il debito. Ma quando ci si trova di fronte a soggetti inadempienti il problema è duplice.
Al proprietario del locale, infatti, non basta risolvere il contratto, ma anche recuperare le somme che non sono state versate. E se si tratta di un soggetto che non ha nulla da perdere, resta poco da fare. Meglio allora fare attenzione al momento della stipula del contratto.
Ecco come tutelarsi ed evitare di perdere soldi quando si fitta un locale commerciale
Le possibilità sono due:
la prima ipotesi è quella di non stipulare un semplice contratto di locazione ma un contratto di locazione con fideiussione bancaria. In cosa consiste è spiegato in un questo articolo.
In questo modo, infatti, una banca o una compagnia assicurativa s’impegnano a pagare il canone per conto dell’affittuario. Qualora quest’ultimo, a causa di problemi di liquidità, si dovesse trovare nella condizione di non poter far fronte all’impegno assunto, viene attivata la polizza.
L’altra alternativa è chiedere, al momento della stipula del contratto, il massimo della caparra. Che per la legge può ammontare a tre mensilità del canone. In questo modo, il locatore si garantisce il pagamento in anticipo di tre mensilità. Così facendo, appena il conduttore non paga, può rivolgersi ad un legale per chiedere lo sfratto e la contestuale risoluzione del contratto. Essendo, infatti, lo sfratto un procedimento sommario di cognizione, alternativo a quello ordinario, è abbastanza veloce.
Quindi, nel frattempo decorrano le mensilità pagate anticipatamente, il proprietario ha buone possibilità di liberare l’immobile. Anche perché, come abbiamo già detto prima, nelle locazioni commerciali la morosità fa scattare la risoluzione contrattuale. In udienza, quindi, il Giudice non potrà che dichiarare risolto il contratto e ordinare a chi occupa il locale di rilasciarlo. Ecco allora come tutelarsi ed evitare di perdere soldi quando si fitta un locale commerciale.