Ecco alcune curiosità del cult “Febbre da cavallo”

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Commentare un monumento della commedia italiana come “Febbre da cavallo”, cercando di esserne all’altezza è un compito davvero difficile. E ancora più difficile è smettere di ridere quando lo si rivede per l’ennesima volta. Inoltre, la recente dipartita di Gigi Proietti (Mandrake nel film) rende tutto ancora più complicato. Ma partiamo da qui. Ecco alcune curiosità del cult “Febbre da cavallo”.

Questa pellicola magistrale di Steno uscì al cinema nel 1976, ma non ebbe immediatamente un grande riscontro dal pubblico. Il gradimento popolare tardò ad arrivare, facendo guadagnare al film un crescente successo grazie alle proiezioni televisive degli anni successivi. Inoltre, forse non tutti lo sanno, ma il copione era stato concepito originariamente per un film drammatico.

Nella realizzazione di questo capolavoro artistico, Steno si avvalse della collaborazione di suo figlio Enrico Vanzina. Egli, infatti, insieme al padre e ad Alfredo Giannetti, si occupò della sceneggiatura. Questo poiché conosceva bene il mondo dell’ippica che amava frequentare.

Ecco alcune curiosità del cult “Febbre da cavallo”: i luoghi

Ippodromo di Tor di Valle, siamo a Roma, nel tempio degli scommettitori delle corse di cavalli. È qui che vengono girate le scene iniziali del cult prodotto da Roberto Infascelli. In questo ippodromo, chiuso dal 2013, Mandrake, Er Pomata (Enrico Montesano) e Felice (Francesco De Rosa), si incontrano, giocano e frequentano altri fanatici dell’ippica. Da qualche anno sono in corso le trattative per la costruzione di uno stadio della AS Roma in questo luogo, simbolo del film.

Il secondo luogo che ricordiamo, è l’Ippodromo di Agnano: qui siamo invece a Napoli. Il trio di amici si reca in trasferta per una corsa che come al solito non riescono a vincere. Dopo aver perso tutto a causa di Can Can, comprese le ultime 10.000 lire, tornano a casa con la celebre “mandrakata” del treno.

Infine, il bar di Gabriella. Si trova in Piazza d’Aracoeli, di nuovo, a Roma. Questo è il ritrovo privilegiato dei tre protagonisti in cui programmare le future scommesse.

Le parti più memorabili

Sicuramente una delle scene che tutti ricordano, è quella di Mandrake nei panni di un vigile urbano. È una delle scene più esilaranti in assoluto. Gli amanti del film nella propria testa ripetono le battute di una delle inserzioni pubblicitarie del cinema più brillanti di sempre. Sì, perché in questa scena Mandrake sponsorizza un famoso whisky scozzese. Un whisky maschio senza rischio, per l’esattezza.

Non si può non citare la scena del rapimento di Jean-Louis Rossini: a questo punto del film, i tre protagonisti, mettono in piedi una sorta di associazione a delinquere. Lo scopo di questa banda, che ricorda un’armata Brancaleone, è quello di rapire il fantino francese Rossini per sabotare una corsa. Questa iniziativa tuttavia gli costerà un processo.

Infine, ricordiamo il giudice scommettitore: è la scena finale, forse la più bella per l’abilissimo gioco di parole di Mandrake in tribunale. Il giudice interpretato da Adolfo Celi è chiamato a decidere sulle conseguenze penali della combriccola. Ma, alla fine della fiera, proprio il giudice si rivela essere il giocatore di cavalli più incallito di tutti.