Dopo la battuta di Draghi sulla scelta tra condizionatori e fine della guerra il Governo ha approvato un decreto che inciderà su tutti noi.
Con un emendamento ad opera del Viceministro dell’Economia Castelli finiscono nel mirino del Governo gli impianti di riscaldamento e di raffrescamento.
L’intento è quello di limitare il consumo di gas per il riscaldamento degli uffici pubblici. Ovviamente in questa revisione rientrano anche le scuole.
Ecco a cosa dovremo rinunciare a causa della necessità di risparmio energetico come previsto dal nuovo decreto sulle bollette appena approvato dal Governo
Questa scelta indica una chiara tendenza al risparmio energetico, necessario in questo periodo più che mai.
Ecco cosa accade dal primo maggio negli uffici ed ecco a cosa dovremo rinunciare anche nelle scuole. La temperatura media ponderata dovrà essere tra i 19° massimi in inverno ed i 27° minimi in estate.
Rispetto alla precedenti disposizioni in vigore dal 2013 c’è stata una variazione di un grado.
É importante sottolineare che vengono esclusi da questa modifica gli edifici che ospitano cliniche, case di cura ed ospedali.
Quanto risparmio effettivo porta questa modifica
Tabarelli di Nomisma Energia sottolinea che un grado in meno nelle case e negli uffici comporterebbe un risparmio pari a un miliardo di metri cubi di gas. Spegnendo del tutto i riscaldamenti se ne risparmierebbero 20 miliardi. L’importazione di gas russo da parte dell’Italia sarebbe pari a circa 29 miliardi di metri cubi.
Tuttavia privare abitazioni, uffici, scuole ed ospedali del riscaldamento sarebbe pressoché impossibile e rappresenterebbe un significativo passo indietro per la nostra società.
L’Italia è molto indietro per quanto riguarda la produzione del gas ed è priva delle infrastrutture necessarie a riguardo.
In passato ci sono state molte pressioni affinché si abbandonasse l’idea di estrarre gas nei Paesi europei. Tuttavia oggi viene richiesto un embargo totale contro la Russia. Da qui la difficoltà di approvvigionamento e l’impennata dei prezzi che sta ricadendo soprattutto sulle famiglie.
Si può iniziare comunque a puntare sulle energie rinnovabili, ricavate da fonti naturali e con una impatto ambientale bassissimo.
Draghi ha annunciato una legge che semplificherà la possibilità di installazione di impianti fotovoltaici ed eolici bloccati dalle sovrintendenze
Sono allo studio anche iniziative che impatteranno sulla nostra quotidianità: ridurre i limiti di velocità, spegnimento dell’illuminazione pubblica per alcune ore notturne, domeniche a piedi.
Sembrerebbe di tornare al 1973, anno in cui si adottarono misure di austerity volte alla riduzione forzata dei consumi energetici. Negli anni settanta si arrivò persino alla chiusura anticipata di negozi ed uffici e al divieto di utilizzo di insegne luminose.
Chissà se non si dovrà rinunciare anche a tablet e computer.
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