Ecco 5 cose su scadenza o decadenza e rinnovo del reddito di cittadinanza INPS e da sapere assolutamente  

reddito di cittadinanza

Tra le misure di sostegno previste dal legislatore per chi si trova momentaneamente in difficoltà, troviamo il reddito di cittadinanza (RdC). Ad esempio a gennaio 2022 sono stati spesi 740,2 milioni di euro su questo fronte, secondo i dati del recente Osservatorio su RdC. Dal testo poi si evince che sono state 1.346.672 le famiglie che hanno ricevuto il RdC o la PdC, per un totale di circa 3 milioni di cittadini coinvolti. Dunque, il flusso di domande al reddito di cittadinanza (RdC) è sostenuto.

A marzo, in particolare, abbiamo visto in quali giorni arriverà la ricarica speciale, quella ordinaria e le integrazioni sull’assegno unico. In questa sede, invece, facciamo chiarezza su alcuni quesiti dei nostri Lettori. In particolare, ecco 5 cose su scadenza o decadenza e rinnovo di RdC che conviene sapere e fugare possibili dubbi.

Presentazione di domanda di rinnovo

Il RdC è riconosciuto per il periodo di tempo in cui il nucleo familiare richiedente si trova in condizione di disagio economico. Meglio, si ritrova nelle condizioni previste dal DL n. 4 del 2019, come modificato dalla legge di conversione n. 26/2019. In ogni caso, RdC è riconosciuto per un periodo continuativo non superiore a 18 mesi.

Un primo elemento da sapere è che il sussidio può essere rinnovato, previa la sua sospensione per 1 mese prima del rinnovo.

È possibile rinnovare il RdC anche dopo il secondo rinnovo?

Un altro aspetto da tenere a mente riguarda il numero delle volte in cui il sussidio si può rinnovare. Il dubbio potrebbe stare a cuore di chi, per esempio, ha usufruito di RdC sin dall’inizio. In questi casi, infatti, tra aprile e maggio 2022 scadrà anche il secondo rinnovo.

Ad oggi la normativa vigente non prevede alcun limite ai rinnovi possibili. Quindi allo stato attuale della legge sarà possibile procedere anche con il terzo rinnovo.

In definitiva, e al netto di eventuali modifiche future, non esiste un limite al numero minimo/massimo dei rinnovi consentiti. Ovviamente, sempre fatto salvo il possesso dei requisiti previsti per legge per la sua concessione.

L’inoltro della domanda dopo un provvedimento di revoca o decadenza sanzionatoria

Vediamo invece cosa fare nel caso di revoca o decadenza del sussidio. È possibile ripresentare una nuova domanda (da parte del richiedente o un altro componente del nucleo familiare) decorsi 18 mesi dal giorno della revoca o decadenza. Tale termine è abbreviato a 6 mesi nel caso in cui nel nucleo familiare siano presenti minorenni o soggetti con disabilità.

Il successivo accoglimento della domanda di RdC,  dopo revoca o decadenza sanzionatoria, dà diritto a 18 mesi di sussidio, come se fossa la prima domanda.

Ecco 5 cose su scadenza o decadenza e rinnovo del reddito di cittadinanza INPS e da sapere assolutamente

Nel conteggio delle mensilità si calcolano anche quelle non riscosse in conseguenza delle sanzioni che hanno determinato la decurtazione di una o più mensilità.

Cosa succede invece nel caso in cui la sospensione sia dipesa dal rinnovo dell’ISEE dopo il 31 gennaio? In questo caso, inoltrato il nuovo ISEE, e appurata la persistenza dei requisiti, vengono erogate anche le mensilità arretrate. Quindi la sospensione non influisce sulla decorrenza maturata dal beneficiario.

Infine vediamo il caso in cui il godimento del beneficio s‘interrompa prima dei 18 mesi canonici (ad esempio per rinuncia o per perdita dei requisiti). L’INPS precisa che si terrà traccia delle mensilità riscosse per un periodo massimo di 5 anni, a partire dal termine di conclusione della misura. Allo scadere del termine, un’eventuale nuova richiesta sarà considerata come prima domanda.

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