Non si può procedere con un pignoramento contro il proprio debitore fallito. È una regola generale che deriva dai principi base che governano il fallimento. Perchè è vietato il pignoramento durante il fallimento? Perchè la procedura fallimentare si basa sul principio della parità di diritti fra creditori del fallito. Quindi dal momento in cui il Tribunale dichiara il fallimento con sentenza nessun creditore del soggetto fallito può procedere con azioni esecutive autonome.
Ogni credito deve essere fatto valere solo e soltanto tramite ammissione al passivo fallimentare. All’interno della procedura fallimentare, infatti, verrà rispettato il principio della parità di condizioni tra i creditori. Il divieto è previsto espressamente dalla Legge Fallimentare. La norma è molto chiara nell’elencare tutte le azioni che non possono più essere cominciate nei confronti del fallito.
Non possono più essere iniziate o proseguite azioni esecutive individuali, cioè promosse da un singolo creditore direttamente contro il fallito. Il divieto vale anche per i crediti sorti durante il fallimento ed impedisce di aggredire i beni compresi nel fallimento.
È vietato il pignoramento durante il fallimento da parte di qualsiasi tipologia di creditore.
Le azioni esecutive dell’Agenzia delle Entrate
Se il divieto riguarda tutti i possibili creditori significa che nemmeno l’Agenzia delle Entrate può tentare un pignoramento ai danni del debitore fallito.
I poteri del Curatore Fallimentare
Se qualche creditore dovesse per errore avviare un’azione esecutiva sarebbe necessario fare opposizione per farne dichiarare l’illegittimità e quindi l’estinzione dell’azione stessa. Questa azione a difesa del debitore fallito non può ovviamente essere promossa dal fallito stesso. Egli non ha più la capacità di agire o resistere in giudizio. L’azione per bloccare il pignoramento illegittimo spetta infatti al Curatore del Fallimento.
Cosa deve fare l’imprenditore fallito
L’imprenditore fallito che riceva la notifica di un pignoramento deve avvisare immediatamente il Curatore del fallimento stesso. Penserà il Curatore ad avvisare l’Agenzia delle Entrate che quell’azione esecutiva non potrà avere esito in quella forma.