È una pietanza molto amata ma che potrebbe causare una grave intossicazione

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Sono sempre di più i ristoranti etnici o che si occupano di cucina “fusion”, ovvero di combinare cibi che provengono da tradizioni e culture differenti.

Un aspetto che, dal punto di vista culturale, non può che essere un valore aggiunto ed un bel segnale di apertura, ma che dall’altro potrebbe nascondere qualche insidia.

Siamo ben lontani dai piatti della tradizione “povera” che molti nonni ci hanno fatto conoscere.

Pietanze fatti di ingredienti semplici e cotture poco elaborate, ma dal gusto e dalle proprietà nutrizionali assicurate.

Un esempio è questo primo piatto veloce e gustoso, con tutti i sapori dell’autunno che lascerà tutti senza parole.

Questo non significa che piatti nuovi, magari di culture culinarie diverse, non siano altrettanto gustose.

Tuttavia è importante sempre avere un occhio alla qualità di ciò che mangiamo ed ai modi in cui viene trattato.

È una pietanza molto amata ma che potrebbe causare una grave intossicazione

Uno degli ambiti della salute di cui forse non si parla abbastanza è quello della sicurezza alimentare.

Esiste un’ampia gamma di parassiti e batteri che, purtroppo, a determinate condizioni possono contaminare cibi ed ingredienti.

Una di queste è una pietanza molto amata, ma che potrebbe causare una grave intossicazione.

Stiamo parlando della carne di bovino cruda, oggi particolarmente consumata sotto forma di tartare, un piatto rinomato della cucina francese.

La tartare è una preparazione che si presta a diverse qualità di carne e di pesce tritate, al quale si aggiungono condimenti di vario tipo.

Il Ministero della Salute mette però in guardia rispetto al consumo di certi piatti e c’è una ragione ben precisa.

Quali pericoli e come difendersi

Il pericolo principale in questi casi è quello di essere infestati dalla tenia, meglio conosciuta come “verme solitario”.

Il modo più comune con cui questo parassita si insidia nell’intestino umano è attraverso il consumo di carni crude o poco cotte, sia bovine che suine.

La teniosi, la patologia che ne deriva, può risultare per lungo tempo asintomatica presentando sintomi comuni a molte condizioni.

Stiamo parlando di nausea, dimagrimento e spossatezza e, molto più raramente di diarrea e vomito.

Insomma, un “inquilino” del quale potrebbe non essere semplice liberarsi.

Il metodo migliore per difendersi da questa evenienza assai spiacevole è quello di consumare carni ben cotte e stagionate.

Per chi invece proprio non riuscisse a farne a meno, è importante assicurarsi che la carne sia stata “abbattuta”, ovvero congelata ad almeno -10 gradi per una settimana.

Insomma, con un po’ d’attenzione alla cura degli ingredienti, qualsiasi cucina amiate è concessa.