La pianta in questione è oggetto di studio degli scienziati, che hanno pensato di sfruttarla per bonificare suoli inquinati e ottenere dei materiali efficaci per l’industria.
È straordinario come questa semplice pianta assorba l’inquinamento per difendersi dai parassiti. È l’erba storna alpestre (Noccaea caerulescens), che cresce anche in zone ad alta concentrazione di piombo, zinco, cadmio e tanti altri metalli pesanti.
In un paese nel Sud della Francia, Saint-Laurent-le-Minier, la presenza di questi metalli supera dai 600 agli 850 volte il limite massimo previsto dalla legge. Gli scienziati hanno pensato di coltivare l’erba storna in questa zona, al fine di bonificarla.
Come funziona
Grazie alla presenza di alcuni geni contenuti nel DNA, è in grado di assorbire i metalli pesanti attraverso le radici e li accumula nelle foglie. I motivi per cui avviene ciò sono due: l’erba storna immagazzina i metalli pesanti nelle foglie per diminuire la concentrazione di sostanze tossiche nelle radici e usarle per difendersi dagli attacchi esterni dei parassiti. Anziché lasciar cadere le foglie della pianta sul suolo e rischiare una nuova contaminazione, gli scienziati francesi sono riusciti a purificarle e a trasformarle in una polvere non tossica, un catalizzatore ecologico per la produzione di cosmetici.
È straordinario come questa semplice pianta assorba l’inquinamento per difendersi dai parassiti
In Italia l’erba storna cresce spontaneamente sull’Appennino tosco-Emiliano. Questa zona non è inquinata, ma il suolo è naturalmente ricco di metalli che provengono dalla frantumazione di particolari rocce. Inoltre, si sviluppa sulle zone collinari in presenza di un clima fresco e soleggiato.
Nel nostro Paese, l’erba storna è oggetto di studio in laboratorio. Si tratta di una delle piante più interessanti per la ricerca sul fitorisanamento. Sono 57 le aree inquinate e considerate pericolose in Italia e il proposito dei ricercatori è quello di risanarle con l’aiuto delle piante con questa proprietà.