Anche se su internet si legge spesso che le muffe siano cancerogene, in realtà non è sempre così. Ci sono formaggi come il gorgonzola e tutti quelli erborinati, oppure la frutta e tanti altri cibi che, pur avariati, non costituiscono pericolo per la salute. Esistono dei funghi della famiglia degli aspergilli che sviluppano delle tossine: le aflatossine, che si possono sviluppare in cibi come i cereali, le spezie, la frutta secca e i legumi.
È questa la muffa che se presente su alcuni cibi potrebbe far sviluppare il cancro al fegato
Conservando questi alimenti a temperature comprese tra i 25 e i 32 gradi e con un tasso di umidità pari all’80%, c’è un alto rischio che sviluppino questo tipo di muffe. Le aflatossine, in particolare la B1, sono genotossiche, cioè provocano danni al DNA e alla produzione delle proteine nella cellula, causando il cancro al fegato.
L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) di Lione studia da circa 50 anni l’effetto cancerogeno di molte sostanze, tra cui anche le aflatossine, che ha classificato nel gruppo 1, cioè quello “delle sostanze sicuramente cancerogene per gli esseri umani”.
Come capire se il cibo è stato contaminato?
Come riportato dal sito dell’AIRC, è questa la muffa che se presente su alcuni cibi potrebbe far sviluppare il cancro al fegato. Ma purtroppo non è visibile e non ha sapore. Anche se sul cibo notiamo presenza di muffa, non è detto che si tratti di aflatossine. L’Unione Europea ha messo in atto molte norme per ridurre la presenza di questo fungo negli alimenti. Le autorità effettuano diversi controlli sui prodotti che vengono esportati e importati. Specialmente su quelli che provengono dai paesi dove è più probabile che ci sia una contaminazione da aflatossine.
Per quanto riguarda la prevenzione casalinga, è importante non mangiare prodotti a base di cereali se si notano tracce di muffa. Un altro utile consiglio è quello di rispettare le date di scadenza della frutta secca, noci e spezie.