Draghi vince con un giorno di ritardo

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Quella di ieri è stata una giornata al cardiopalma. Il presidente della BCE Mario Draghi ha messo in campo una potenza di fuoco impressionante che ha lasciato di stucco gli operatori: alla faccia del bazooka, quello che è uscito dalla riunione della Banca Centrale Europea è un vero e proprio battaglione corazzato che sarà destinato a pattugliare le vie della politica monetaria europea ben oltre la scadenza del mandato di Draghi.


Le misure introdotte partono da una ulteriore sforbiciata, ampiamente attesa, sul tasso di deposito da -0.3% a -0.4%, il taglio a 0.00% del refi precedentemente a 0.05% e un bazooka di liquidità da 20 miliardi di euro che si sommano ai 60 già a disposizione dell’istituto di Francoforte.

Ed è proprio dalla nuova sede dell’eurotower che sono state annunciate le tanto attese misure integrative: nuovi parametri di distribuzione dell’importo del quantitative easing, introduzione nel parco titoli acquistabili di azioni corporate investment grade oltre a 4 nuove operazioni di TLTRO ogni sei mesi e per una durata di 4 anni.

Una potenza di fuoco inaudita che ha soddisfatto i mercati e dato una spinta incredibile alle prospettive per le aziende dell’eurozona, oltre a fare un bel regalo alle banche sotto pressione.

Tutto bene? Non proprio, perché verso la conclusione della sessione europea, l’entrata di Wall Street ha spazzato via i buoni propositi e gli effetti rinvigorenti delle misure introdotte riportando a zero i mercati azionari e spingendo al rialzo EURUSD fino a quota 1.12.

In serata il susseguirsi di spiegazioni sul flop delle misure di Draghi hanno tenuto banco in un susseguirsi di analisi, speculazioni e critiche fino a che, questa mattina, la ragione è tornata a prendere il sopravvento con il nettissimo recupero delle borse europee, la correzione della moneta unica e il ritorno del clima di fiducia ingiustamente destabilizzato.

 

Market Movers

08:00 Germania Inflazione a/a cons. 0.0% prec. 0.5%

09:00 Spagna Inflazione a/a cons. -0.8% prec. -0.3%

10:00 Produzione industriale a/a cons. 0.5% prec. -1.0%

10:30 Regno Unito Bilancia commerciale cons. -2.9b prec. -2.71b

14:30 Canada Disoccupazione cons. 7.2% prec. 7.2%

 

EURUSD

Giornata di fortissima volatilità per la moneta unica nel rapporto con il biglietto verde che, durante la fase conclusiva della sessione europea, guadagna terreno fino a riportarsi a quota 1.12. Il fortissimo sell off di dollaro che ha interessato tutti i principali cambi, ma la moneta unica in modo particolare, risulta effetto principalmente di posizioni speculative che hanno sfruttato la fortissima volatilità di ieri per riposizionare il cambio su livelli più elevati. Infatti, con l’espansione dell’accomodamento monetario, la BCE avrebbe dovuto sortire l’effetto opposto, cui effettivamente si è verificato prima dell’entrata di Wall Street. La tendenza nel medio periodo è comunque verso una riduzione delle posizioni long e verso un più sano riposizionamento verso livelli più bassi verso area 1.11.

 

GBPUSD

Volatilità ridotta per la sterlina rispetto alla moneta unica durante la riunione di politica monetaria della BCE di ieri: il cable si è portato da 1.42 fino in area 1.4110 per poi risalire verso quota 1.43 e stabilizzarsi in apertura dei mercati europei a quota 1.4270. L’indebolimento del biglietto verde che ha interessato tutta la fase di contrattazioni negli Stati Uniti ieri pomeriggio sembra essere destinata a continuare supportata anche dai dati macroeconomici non brillanti sulla bilancia commerciale inglese usciti in mattinata.

 

USDJPY

Dopo la volatilità di ieri che ha riportato lo yen prima in area 114.50 e poi verso quota 112.50, in apertura dei mercati europei di questa mattina la situazione sembra stabilizzarsi con il rapporto USDJPY che scambia a quota 113.70. Il timido rimbalzo dell’indice Nikkei della borsa di Tokyo che guadagna mezzo punto percentuale sembra non aver influenzato eccessivamente la quotazione della divisa nipponica che si avvia ad una chiusura di sessione verso 114.00 con una significativa riduzione della volatilità anche per effetto dell’assenza di dati macroeconomici di rilievo.

 

 

Emanuele Rigo