Dove vanno i mercati?

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DOVE VANNO I MERCATI

INTERVISTA A GIAN PIERO TURLETTI SU TEMI DI ECONOMIA, POLITICA E FINANZA

 

La prima domanda pare scontata.

In precedenti  interviste ci siamo soffermati principalmente su temi di economia e di politica.

Ora, vorremmo invece soffermarci sull’aspetto  finanziario, e quindi le domando: dove vanno i mercati?

Credo si possa parlare di una sostanziale conferma di precedenti analisi.

In presenza di un potenziale setup d’inversione temporale, i principali mercati azionari europei, rappresentati per l’Italia dal FTSE MIB e per gli altri paesi con un andamento sintetizzato dall’EUROSTOXX, hanno dimostrato una precisa volontà di tentare l’inversione del trend ribassista in atto da alcuni mesi.

Del resto, per quanto riguarda in particolare il FTSE MIB, avevo segnalato anche l’importanza dell’area ricompresa tra 14600 e 15000 punti, con un possibile tentativo d’inversione per/entro i primi giorni di maggio, e proprio a partire da tale area, il tentativo rialzista ha preso corpo.

 

Ma il tentativo ha avuto successo?

Sull’FTSE MIB direi che siamo in situazione di potenziale pullback sulla resistenza dinamica che inquadrava il ribasso intrapreso sui massimi di gennaio.

Importante, quindi, una conferma del medesimo e porre attenzione alle conferme che possono derivare dal signal indicator.

Se ci sarà questa duplice conferma, sia grafica relativamente al tentativo di pullback, che algoritmica, tramite signal indicator, sarà prodromica ad un’inversione rialzista anche sul time frame mensile, che proietterebbe positività almeno sino a giugno e confermerebbe il trend rialzista di medio/lungo termine in corso.

 

E per quanto riguarda in particolare l’Eurostoxx?

L’indice europeo ha intercettato un livello supportivo di rilievo, e l’eventuale rottura confermata della resistenza dinamica in cui i corsi ancora stazionano, sarà foriera di ulteriori rialzi, da confermare altresì con signal indicator.

 

Ritiene più probabile una conferma del rialzo, o si tornerà verso un trend discendente?

Ritengo più probabile lo scenario rialzista, anche soffermandomi sulla particolare situazione tecnica in cui si trova il bund.

 

A cosa si riferisce?

Occorre ricordare come il bund sia, per eccellenza, un titolo anticorrelato rispetto all’azionario, ed ora si trova in coincidenza di consistenti setup spazio-temporali, da cui potrebbe intraprendere un’inversione del trend rialzista.

Naturalmente, dovremmo aspettare talune conferme di tale potenziale inversione, ma al momento si può senz’altro parlare di setup spazio-temporali, da cui potrebbe originarsi un ribasso anche di consistenti dimensioni.

 

Può indicarci tali setup?

Intanto, utilizzando il metodo Top or bottom, ci troviamo in presenza di un potenziale top su molteplici time frames, annuale, mensile, trimestrale, e nella settimana del 15 aprile anche a livello settimanale.

Nella giornata di martedì 17 aprile avremo tale setup anche a livello daily, quindi la settimana del 15 si presenta come particolarmente importante.

Ma esistono anche particolari setup di prezzo, evidenziati sul grafico a barre mensili, per una migliore individuazione degli stessi.

In particolare le quotazioni hanno ormai raggiunto la resistenza dinamica del canale rialzista che inquadra le quotazioni del bund da molti anni, ed in corrispondenza con altre resistenze dinamiche, sia pur di minore rilievo.

Ne consegue che un confermato ribasso avrebbe probabilità di estendersi anche per un certo tempo, con indubbio input rialzista per le quotazioni azionarie.

Sul grafico a barre settimanali, si evidenzia come un primo input ribassista potrebbe condurre le quotazioni, prima, ad un obiettivo anche in area 142,15, e poi verso 141.

Ulteriori cedimenti della struttura rialzista condurrebbero al  successivo obiettivo di area 127.

 

A suo avviso, vi sono fattori economici che depongano per questo scenario?

Probabilmente, la fase economica italiana ha raggiunto l’apice ribassista della crisi economica, come si evidenzia da un particolare indicatore di momentum calcolato sulle variazioni percentuali del PIL, in coincidenza con un bottom mediamente corrispondente alla sfasatura tra cicli di borsa e cicli del Pil.

Tale circostanza depone a favore di un recupero dei listini azionari, e ad un indebolimento della struttura rialzista del bund.

Da non sottovalutare, peraltro, la dinamica di intermarket analisys rispetto ai mercati ed all’economia USA.

Questi ultimi, come noto, dettano la tendenza di lungo termine sia dell’economia che dei mercati finanziari europei, e quindi non vanno sottovalutate le conseguenze rialziste legate alla ripresa del ciclo economico statunitense ed all’andamento dei listini d ‘oltre oceano.

Del resto, anche le implicazioni rialziste legate al rapporto euro-dollaro, non vanno dimenticate.

 

Tutto risolto, dunque?

Se il quadro tecnico e di intermarket analisys depone a favore di ulteriori rialzi, unitamente alle indicazioni provenienti da una parte dei dati economici, non vanno comunque dimenticate le difficoltà del periodo, in particolare per l’Italia.

Mi riferisco soprattutto alle difficoltà nel dar vita ad un nuovo esecutivo.

 

A suo avviso, non sono foriere di novità rilevanti, per un verso le conclusioni delle commissioni nominate da Napolitano e, per altro verso, le prospettive del quadro politico?

Quanto alle prime, non mi pare che i cosiddetti saggi abbiano prodotto chissà quali indicazioni innovative, né sul piano giuridico-istituzionale, né su quello economico.

Sul piano politico, alcune indiscrezioni di stampa vorrebbero che si sia raggiunto un accordo tra Renzi e D’Alema.

Mentre al primo si garantirebbe l’appoggio per varare un governo Renzi, D’Alema penserebbe alla creazione di un cosiddetto correntone interno al PD, nel quale dovrebbero confluire i cosiddetti  giovani turchi, nonché esponenti provenienti da SEL.

Ma, a prescindere da opinioni puramente politiche, direi che manca, probabilmente, in una tale prospettiva, comunque, un aspetto di fondo, cioè la coerenza del quadro politico che ne deriverebbe.

Infatti Renzi, pur nell’ambito del PD, si colloca su una posizione che potremo definire come rappresentante l’area destra del partito, mentre mi pare abbastanza ovvio che giovani turchi e provenienti da SEL rappresentino l’area sinistra, proprio quell’area che, con Vendola, alle primarie si poneva in posizione sostanzialmente antagonista a Renzi.

 

Dunque, niente governo a breve?

Sinceramente, mi pare che lo scenario più probabile, a questo punto, veda rinviata la creazione del nuovo esecutivo a dopo l’elezione del nuovo Presidente della repubblica, con conseguente scioglimento delle camere e nuove elezioni a giugno.

Dopo questa fase, si aprirebbero, probabilmente, anche i giochi interni al PD, con una resa dei conti tra bersaniani e restanti aree del partito.

 

Infine, una domanda di politica estera.

Come andrà a finire la guerra fredda intrapresa dalla Corea del Nord?

Sicuramente, non con un confitto nucleare, in cui la prima sconfitta sarebbe proprio l’attuale dirigenza, a rischio peraltro di essere rovesciata politicamente, mentre il paese sarebbe soggetto ad una devastante ritorsione militare.

Credo, a questo punto, che una nuova prospettiva si possa aprire vedendo come coprotagonista di una successiva fase di distensione la Cina, che non ha interesse a scatenare una guerra.

Tale fase aprirebbe ad una maggior dialettica diplomatica, con un maggior coinvolgimento anche della politica estera cinese.