Dove incontrare gli Etruschi?

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Dove incontrare gli Etruschi?  Se Giza in Egitto è la capitale mondiale delle Piramidi, allora Cerveteri e Tarquinia lo sono per le tombe della civiltà etrusca. È grazie alla loro riscoperta che oggi gli studiosi di etruscologia hanno accesso ad una serie di informazioni e dati che in precedenza non avevano.

Dove incontrare gli Etruschi?

Visitare la necropoli di Cerveteri è un pò come visitare una città sacra, interamente dedicata al culto dell’Aldilà. Oltre 20 ettari di terreno sono organizzati per ospitare migliaia di sepolcri, dislocati in quartieri differenti e divisi da strade e piazzette. È possibile trovare tombe a tumulo oppure scavate nella roccia, altre a forma di capanna. Quello che gli etruschi hanno realizzato alla necropoli della Banditaccia di Cerveteri è stato replicare la struttura urbanistica della città dei vivi per riadattarne i canoni a quella dei morti.

Da quando Roma non era ancora un’idea

Gli etruschi hanno iniziato a popolare la necropoli già dal nono secolo avanti Cristo. Se pensiamo che a quell’epoca Roma non era nemmeno un’idea, è impossibile non riconoscere il progresso manifestato e raggiunto dalla civiltà etrusca già a partire da quell’epoca.

Dove incontrare gli Etruschi? A Tarquinia e Cerveteri

Ci spostiamo un poco più a nord di Cerveteri e puntiamo la necropoli di Monterozzi a Tarquinia. Trovano posto in questo sito, certamente il più suggestivo, oltre 6000 sepolture scavate direttamente nella roccia. La necropoli di Tarquinia è sterminata, copra uno spazio di oltre 120 ettari, ma un altro aspetto è ancor più sorprendente. Una tomba su trenta, di quelle ad oggi conosciute ed esplorate è dipinta al suo interno. La più antica delle oltre duecento tombe dipinte è data al settimo secolo avanti Cristo.

Da Tarquinia a Roma

Per intenderci, a Roma, a quell’epoca, regnavano ancora i mitici sette re. Non è un caso, infatti, che gli ultimi tre re di Roma, Tarquinio Prisco, Servio Tullio e Tarquinio il Superbo, fossero proprio etruschi. Non solo, come ci suggeriscono i loro nomi erano certamente originari proprio di Tarquinia. Tarquinia fu infatti una delle quattro città più importanti dell’Etruria laziale. Fu proprio a Tarquinia che dal solco tracciato da un aratro apparve Tagete, un fanciullo divino. Fu Tagete a trasmettere agli etruschi quella che i romani definirono “etrusca disciplina”, l’arte divinatoria di predire il futuro. Come? Mediante l’osservazione del volo degli uccelli o il controllo delle viscere delle bestie sacrificali.    

L’eccezionalità delle tombe dipinte di Tarquinia non è collegata soltanto alle preziose informazioni che gli etruschi ci hanno lasciato sulla loro concezione dell’Aldilà. Ma è anche una delle rarissime, se non l’unica, testimonianza di pittura classica del periodo pre-romano di tutto il bacino Mediterraneo.

Dove incontrare gli Etruschi? A Tarquinia e Cerveteri

Per l’eccezionalità delle sue testimonianze, le Necropoli di Tarquinia e Cerveteri sono state iscritte alla lista dei patrimoni dell’umanità dall’Unesco.