Dopo il virus: la lunga marcia verso la patrimoniale?

patrimoniale

In questo periodo di profonda crisi economica molti si stanno chiedendo: finirà? E quando?

Se questa pandemia sarà breve e non avrà ulteriori effetti penso che sarà archiviata e forse tutto riprenderà come prima. L’economia mondiale globale riprenderà il suo corso con  i suoi cicli economici di espansione e recessione.

Purtroppo, a mio parere non sarà cosi,  il cuore mi fa desiderare che finisca presto, ma la mente più fredda mi suggerisce che con molta probabilità non passerà così veloce e che comunque  questo fatto lascerà dei segni tangibili su tutta l’economia mondiale.

Nel caso italiano, il cui bilancio  sarà stravolto dai doverosi interventi di natura sociale a sostegno dei redditi più bassi , ci saranno le problematiche più gravi.

Dopo il virus: come prepararsi ad una eventuale ripresa, quando e cosa succederà?

Troppe voci ormai parlano di “una patrimoniale”, anche se questa mattina ancora una volta vi è stata una smentita da parte del governo.

Voci di corridoio, in contrapposizione a quelle ufficiali,  parlano di vera patrimoniale. Mi sembra di ritornare al 1986, quando si parlava di tassazione dei titoli pubblici tra affermazioni e smentite ; poi arrivò la tassa al 12,50%  sui rendimenti, con una decisione presa in un ”nano secondo”.

Il Prof. Tremonti ieri, tra l’altro,  in televisione ha dichiarato che l’Italia dovrebbe emettere titoli di stato a “buon rendimento” in esenzione completa di imposte presenti e future come avveniva  pre anno 1985. ( Tremonti ha indicato erroneamente l’anno 1984 ma fa niente).

Mi sono ritornati in mente i vecchi bei tempi  dell’ università quando si parlava    della annosa problematica per i governanti  della scelta, per sanare il deficit  finanziario statale,  tra il prestito pubblico o l’imposta straordinaria.

Il “grande Timoniere” che deve  impegnarsi in tale scelta, dovrà  dipendere sia da motivazioni politiche,  sia  da  grandezze puramente economiche.

Se l’obbiettivo è quello di garantire un elevato tasso di sviluppo le variabili da tenere in conto sono “il saggio di accumulazione del capitale” e la “distribuzione del reddito”,  entrambe strettamente legate. Quindi la scelta tra la opportunità del ricorso al prestito pubblico o all’imposta straordinaria va esaminata sugli effetti  che questa produrrà su queste due variabili.

L’insegnamento di David Ricardo

Il grande economista David Ricardo (Londra 1772-1823) fornì la prima grande formulazione degli effetti di tali scelte in economia politica. La sua ottica  prevalente era quella degli effetti sull’accumulazione del capitale. Quindi si devono vedere gli effetti che le due forme di finanziamento pubblico hanno sulla ripartizione del reddito tra consumo e risparmio ( che Ricardo considerava completamente investito). Quindi la soluzione è questa : se l’imposta straordinaria spinge la collettività a ridurre i consumi mentre il prestito porta a  ridurre il risparmio, sarà consigliabile il ricorso all’imposta straordinaria, se conseguentemente l’imposta venisse pagata  comprimendo il risparmio e il prestito pubblico attraverso  una  riduzione dei consumi, sarebbe preferibile il ricorso al prestito.

Comunque dopo questa attenta ipotesi Ricardo preferì sempre il ricorso al prestito , dato che in una società capitalistica  l’imposta sarebbe stata pagata comprimendo i consumi mentre il prestito sarebbe stato sottoscritto con ricorso al risparmio. Per mantenere intatto il capitale è  normale che le imposte vengano  pagate facendo  ricorso al reddito. Quindi se si introduce successivamente una imposta “ordinaria” , per il pagamento degli interessi sul prestito pubblico, si provocherà soltanto una riduzione dei consumi pari soltanto a questa somma (gli  interessi), nel caso contrario se si preferirà una imposta straordinaria si farà collassare il livello dei consumi pari all’intero ammontare del prelievo.

Adesso applichiamo quanto premesso al nostro caso italiano. Il governo può emettere ulteriori titoli del debito pubblico? Secondo il mio parere no! Quindi la soluzione, per quanto varie  voci  smentiscano quello che sto scrivendo, sarà la seguente: imposta straordinaria.

Dopo il virus: come sarà modulata l’eventuale imposta straordinaria?

Spero su importi bassi, 2-3 per mille. 

Qui non intendo parlare del prossimo aumento dell’iva in quanto essendo questo  relativo ad un imposta sui consumi questi saranno compressi sia da quella straordinaria  che da quella ordinaria.

Imposte straordinarie nella nostra storia unitaria ve ne sono state diverse , quelle più recenti:

  • RDL del 05/02/1922 n. 78 per debiti relativi alla prima guerra mondiale e “influenza spagnola”;
  • 3 imposte patrimoniali tra il 1936 -1938 per finanziare la guerra d’Etiopia oltre all’emissione della rendita irredimibile prima al 3,5% poi al 5%;
  • 143 del 01/09/1947 per la grave crisi post-bellica;
  • Prelievo forzoso del 6 per mille sui c/c bancari e depositi liquidi dal governo Amato.( Preciso che tutte le eccezioni di incostituzionalità contro quel decreto furono successivamente respinte dalla Corte Costituzionale, questo mi ricordava anche un po’ i vari ricorsi respinti dalla Suprema Corte  quando fu introdotta  l’INVIM poi abolita);

Si ricorda che nel nostro ordinamento vi è già un imposta di bollo che colpisce in vario modo c/c. dossier titoli ecc. La giungla della imposta di bollo su atti e fatture è impressionante.

Come sarà modulato il prelievo?

Il modo più semplice sarà tassare indipendentemente ogni attività finanziaria  detenuta da imprese  e privati ad un certa data. Spero con percentuale bassa , del 2-3 per mille, e comunque non oltre il 4-5 per mille, con una detrazione di base almeno per le persone fisiche di circa € 250,000, mi augurerei che sia  portata almeno a  € 500.000,00

Sperando  che nel caso in cui si voglia colpire i grandi patrimoni, si  tassino solamente quelli oltre € 1.000.000,00.

Vi potrà esser, visto la grave situazione finanziaria, che questa imposta straordinaria si prolunghi  per due o massimo tre anni. Si aprirà successivamente  la porta a “patrimoniale ordinaria”? Chi lo può prevedere!

Quando avverrà, sicuramente con la prossima finanziaria, per i valori di riferimento  prenderanno i dati bancari  e finanziari relativi al 31/12/2020  relativi alla varie posizioni individuali, con obbligo del prelievo da parte di banche, società d’investimento ecc. Spero che per importi consistenti si possa effettuare  più rate. Il provvedimento uscirà a gennaio 2021 con  retrodatazione al 31/12/2020 per i valori mobiliari sui quali effettuare il prelievo.

In caso di grave crisi la data per il prelievo non vorrei che possa essere retrodatata al 30/06/2020 o al 31/12/2019, periodo di massima dei listini di borsa e quindi delle quotazioni dei titoli stessi.

Le tempistiche e i possibili effetti

Il provvedimento sarà nascosto fino all’ultimo e per avere gli effetti sperati dovrà essere improvviso, altrimenti i “pesci grossi” potranno scappare.

Effetti: sono già quelli descritti da Ricardo circa  200 anni fa : contrazione dei consumi, riduzione  del saggio di accumulazione del capitale, un progressivo impoverimento della popolazione italiana, insomma cose poco piacevoli.

Questi effetti sono gli stessi che sarebbero stati provocati dall’aumento dell’I.V.A., imposta che comprime ovviamente i consumi ma in forma più lieve se pur più duratura.

Possibilità di salvezza per i singoli facoltosi?.. verso i titoli di stato, penso di no! In quanto se prevedono di voler far cassa dovranno giuridicamente giustificare la assoluta straordinarietà del prelievo e quindi su tutta la ricchezza mobile. Sfortunatamente non sono né un giurista né un  accademico di diritto costituzionale per indicare  le basi costituzionale sulle quali baseranno il prelievo ma sono abbastanza sicuro che questo avverrà.

L’unica soluzione per chi può è quella di diversificare la ricchezza mobile investendo eventualmente in arte.  Un volta comprato,  per esempio un quadro, questo non è più tassabile, ed in genere mantiene un discreto valore anche se non è  un bene che si può rendere  liquido velocemente in un  periodo di particolare crisi finanziaria.

Il Governo ha altre alternative meno traumatiche ?