Dopo il referendum scozzese: quali scenari per l’Europa? Intervista a Gian Piero Turletti

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Perchè questo referendum ha attirato tanta attenzione, e perchè i mercati finanziari ne sono stati influenzati?

Esistono diverse interpretazioni, in rete, del fenomeno, in particolare sulla relazione tra referendum e mercati finanziari.

A tale riguardo, possiamo individuare due principali scuole di pensiero, a seconda che il referendum sia considerato nella sua specificità o come espressione dell’istituto referendario in generale.

Considerando questa seconda interpretazione, i mercati non gradirebbero un eccessivo esercizio della democrazia diretta, perché la finanza preferirebbe trattare con i governi che con le popolazioni.

Ad esempio, indurre un altro paese ad intessere maggiori relazioni economiche con il proprio, sarebbe più agevole se si tratta con un governo, fatto di poche persone, invece che tentare di convincere una popolazione. Per questo motivo, la finanza temerebbe di perdere parte del proprio potere.

Personalmente, questa componente credo che giochi solo in minima parte nella reazione dei mercati finanziari.

Intanto, perché in quei paesi dove possono svolgersi referendum su certi temi, non è che se ne tengano maggiormente perché altrove se ne è tenuto un altro.

E, quindi, non muta sostanzialmente la situazione relativa ai soggetti con cui gruppi industriali e finanziari debbono trattare.

Il problema, semmai, non è la modalità di come vengono prese le decisioni, ma il loro oggetto.

Da questo punto di vista, sembra quindi prevalere la scuola di pensiero che privilegia l’oggetto del referendum?

A mio avviso, questa seconda interpretazione spiega meglio diversi elementi che, invece, il primo punto di vista non spiega in modo convincente.

In particolare, se fosse vero che la finanza privilegia il rapporto con i governi, in una visione quasi da onnipotente, come mai non ha raggiunto con le autorità governative scozzesi un accordo per la permanenza della Scozia nel Regno Unito prima di un referendum?

Il vero fattore determinante riguarda l’economia scozzese.

La Scozia rappresenta un’economia non certo di poco conto nello scenario del Regno Unito e mondiale.

Basta guardare a realtà come Glasgow ed Aberdeen nella graduatoria dei centri economici ed industriali a livello mondiale.

Il timore della finanza era quindi sopratutto per una politica economica diversa, che privilegiasse interscambi non con l’Inghilterra o l’UE, ma ad esempio con altri paesi del nord.

La vittoria del si avrebbe determinato, chiaramente, non solo una ovvia diminuzione del pil del Regno Unito, ma anche di quello dell’ europa centrale.

Le borse, quindi possono tirare un sospiro di sollievo?

Guardando alla seduta di venerdì le borse hanno prima recuperato, per poi spegnere i proprio entusiasmi, segno anche questo che poi l’effetto di tale referendum è stato sopravvalutato.

Restano comunque valide le proiezioni, di cui alla mia precedente intervista.

Il Dott. Gian Piero Turletti è Autore degli ebooks Magic Box in 7 passi e Metodo RCM Edizioni Proiezionidiborsa nonchè componente di spicco dello Staff di Proiezionidiborsa.

E’ un consulente in tema di progettazione e organizzazione aziendale. E’ esperto sia di borsa e analisi finanziarie, che di azienda e di problematiche d’impresa; ha anche conseguito un master di specializzazione in organizzazione aziendale.