Gian Piero Turletti è Autore di alcuni Ebook Edizioni ProiezionidiBorsa
Conviene acquistare il Future Ftse Mib in ottica di medio lungo termine?
Qual’è il suo Fair Value?
In questo articolo prescindo da elementi di analisi tecnica, e valuto solo aspetti di analisi fondamentale.
In tale ottica, adottando un modello econometrico basato sul tasso del btp decennale, rispondo alle seguenti domande:
- Qual’ è il fair value del Ftse Mib?
- A quale livello converrebbe acquistarlo?
- Anche sul massimo realizzato ad aprile era applicabile questo modello ecometrico?
Per stimare il fair value dell’indice utilizzo un modello, basato su una versione modificata dell’originario Fed model, usato in via ufficiosa dalla Fed.
Il modello originario postula un’equivalenza tra il rendimento dei titoli di stato decennali e l’indice di borsa, espresso come inverso del p/e.
Ne consegue che il fair value di un indice azionario è fornito, come valore di p/e di equilibrio, dalla seguente formula: 1/i, dove i è il tasso del titolo di stato decennale espresso in forma decimale.
In tal senso, se ad esempio il rendimento del titolo di stato è il 5 per cento, allora il p/e di equilibrio sarà pari a: 1/0,05, da cui il p/e di 20.
Tuttavia, occorre dire che questo modello è stato criticato per non prevedere un premio per il maggior rischio azionario.
Per questo motivo, una versione modificata prevede di aggiungere, al tasso del titolo di stato decennale, un premio per il rischio del 5 per cento. Ne consegue che è sufficiente considerare, per l’Italia, il rendimento del btp decennale, incrementato del 5 per cento, e quindi dividere 1 per questo tasso.
Definito quindi il valore del p/e di equilibrio, e moltiplicato tale ratio per l’utile medio di borsa, avremo il fair value di equilibrio.
Gli acquisti dovrebbero avvenire in caso di sconto, rispetto a tale fair value, ricompreso tra il 20 ed il 30 per cento.
Simmetricamente gli smobilizzi dovrebbero avvenire in caso di quotazione a premio ricompresa tra il 20 ed il 30 per cento.
Ovviamente questo non significa che sempre e necessariamente un indice consentirà tali occasioni di acquisto e di vendita, ma si tratta di acquisti e vendite strategici, in condizioni di ottimale valutazione in termini di analisi fondamentale.
Da cogliere, cioè, se ed in quanto si verifichino.
Talora, come in relazione alle quotazioni attuali, non è detto che si verifichino, ma è proprio questa la logica dell’analisi fondamentale.
Cioè non cogliere occasioni basate solo sull’analisi tecnica, ed evitare quelle non ritenute ottimali.
Se poi si perdono alcuni trend, pazienza.
Ma qual’ è il fair value attuale dell’indice?
In questi giorni tiene banco proprio il rialzo dei tassi d’interesse dei titoli di stato italiani su tutte le scadenze, ed il decennale rende ora il 2,41.
Ne consegue che il tasso per calcolare il fair value è il 7,41 per cento.
Quindi: 1/0,0741=13,49.
Moltiplicando questo p/e di equilibrio per l’utile medio otteniamo 18272.
E considerando una quotazione a sconto di almeno il 20 per cento, arriviamo a 14617, come area ideale da cui iniziare eventuali acquisti.
Ma questo metodo era applicabile anche sui massimi di aprile?
Circa un mese fa il rendimento del decennale si attestava attorno all’1,78 per cento, da cui un tasso di equilibrio del 6,78 per cento.
Di qui un p/e di equilibrio del 14,74 per cento, pari a 19970.
Il massimo raggiunto ad aprile è stato 24544, quindi una quotazione di circa il 23 per cento a premio rispetto al fair value, calcolato con questo metodo.
Possiamo quindi dire che il modello avrebbe individuato un’opportunità di vendita, prima del recente ribasso speculativo, legato alle attuali vicende politiche.
C’è da ricordare che un mercato può rimanere sottovaluto o sopravvalutato per molto tempo e non deve per forza salire/scendere solo per questi valori.