Diversi fattori hanno inciso sui mercati europei: vediamo quali

mercati azionari

La performance subita ieri dai principali listini europei è stata decisamente negativa, soprattutto se paragonata agli scarsi movimenti riscontrati su Wall Street.

Occorre subito rimarcare che una possibile spiegazione riconduce a cicli di medio termine dei mercati europei sfasati, rispetto a quelli a stelle e strisce, tema che approfondiremo in un successivo articolo.

Ma anche solo questo fattore ha contribuito, unitamente ad altri, alla performance negativa.

Anche se altri elementi sono concorsi nella medesima direzione.

Ma quali sono i principali responsabili di tale situazione?

Diversi fattori hanno inciso sui mercati europei: vediamo quali

Nella seguente scaletta elenchiamo quali, a nostro avviso, sono stati i principali responsabili della situazione venutasi a creare.

  • Rallentamento cinese
  • Posizionamento ciclico Eurostoxx
  • Problemi climatici e conseguente politica green
  • Dinamiche del Covid e problemi di costituzionalità.

Rallentamento cinese e posizionamento ciclico dell’Eurostoxx

Alle problematiche del rallentamento cinese abbiamo già dedicato precedenti analisi, e sicuramente tale fattore non depone a favore del rialzo del comparto azionario. Ma tale elemento, ovviamente, non vale solo per i mercati europei.

Occorre infatti anche dire che, pur con qualche disallineamento tra gli stessi listini europei, l’Eurostoxx si trova in una posizione ciclica di potenziale fine del rialzo di medio.

Riservandoci di approfondire questo tema in successive analisi, consideriamo comunque un aspetto di fondo tramite il seguente grafico.

Ciclo medio Eurostoxx

In base ad alcune regole di posizionamento ciclico, possiamo dire che l’Eurostoxx sta attraversando quella che dovrebbe rappresentare la parte maggiormente ribassista del suo ciclo di medio termine.

Le quotazioni hanno peraltro rotto al ribasso il minimo di inizio del terzo sottociclo, segnale che assume una valenza particolarmente negativa.

Non tutto è perduto, ma occorrono segnali, che attualmente mancano, per far pensare ad una ripresa che vada oltre il mero rimbalzo tecnico.

Problemi climatici e politica green

Proseguendo nell’analisi dei diversi fattori che hanno inciso sui mercati europei, i drammatici eventi tedeschi evidenziano come il clima non perdoni.

E proprio in questi giorni la Commissione Europea ha comunicato alcuni provvedimenti, per realizzare una politica orientata in senso green, verso una conversione ecologica, anche proprio al fine di contrastare rischi meteorologici di questo tipo.

Non è infatti un mistero che anche l’inquinamento possa essere in parte responsabile di condizioni climatiche particolarmente violente.

Ma proprio il rapporto tra clima, inquinamento, e conversione ecologica comporta spesso problemi di natura economica.

Infatti si intende porre uno stop alla commercializzazione di autoveicoli a benzina e diesel per il 2035.

Questa prospettiva, però, come sopra dicevo, potrebbe comportare alcune problematiche.

L’industria automobilistica europea, nonostante un incremento nella vendita di veicoli a trazione elettrica, potrebbe avere non pochi problemi nell’orientarsi verso un mercato a completa trazione elettrica.

I problemi da risolvere sono ancora tanti, soprattutto nell’ottica di un mercato, ancora abituato ai veicoli a benzina e diesel.

Le colonnine elettriche disponibili sono ancora poche, e non tutti dispongono di una colonnina in una proprietà privata, come un garage o un posto auto.

Peraltro vi sono diversi elementi di criticità nell’utilizzo di queste apparecchiature

La procedura non è certo la stessa, che si utilizza con i tradizionali veicoli benzina o diesel.

Spesso si deve procedere autonomamente, e non tutti sono abituati in tal senso.

Inoltre, tranne il caso di particolari impianti, potrebbe volerci anche molto tempo per una ricarica completa, anche sino ad un paio d’ore.

Non dimentichiamo, poi, che sinora le batterie disponibili hanno una autonomia decisamente limitata rispetto ai veicoli più tradizionali.

Questo insieme di elementi, salvo particolari innovazioni tecniche, non fa al momento intravvedere un potenziale mercato dei veicoli elettrici come destinato a sostituire in toto quello dei veicoli più tradizionali.

Ne consegue che le previsioni complessive del mercato automobilistico sono per una prospettiva di perdite nette, al momento, nella transizione totale verso l’elettrico, qualora si impedisse la commercializzazione dei veicoli a benzina e diesel.

Certo, di qui al 2035 di acqua ne passerà molta sotto i ponti, ma le incertezze rimangono.

Soprattutto quella di non riuscire a riorientare il potenziale lato della domanda verso un nuovo tipo di veicoli.

D’altra parte, eventi ambientali violenti, come quelli tedeschi, comportano una prospettiva di incertezza anche per i danni e gli stop che possono subire, a causa loro, molteplici attività economiche.

La recente intervista a Ginevra Ferrina Ceroni

In questo periodo, come più volte evidenziato, ricominciano le problematiche legate al Covid.

L’ipotesi di nuove misure restrittive evidenzia come, attualmente, la campagna di vaccinazione in atto non sia in grado di costituire una valida alternativa alle misure di contenimento proposte, che incidono pesantemente su diritti e libertà individuali.

D’altra parte, diversi approfondimenti degli aspetti legali, relativi a certe misure, non fanno altro che confermare ipotesi di palese incostituzionalità.

Come non bastassero diverse sentenze in tal senso, proprio in questi giorni, a conferma di tali rilievi, è stata rilasciata una intervista da una importante esperta in materia, Ginevra Ferrina Ceroni.

Vice presidente dell’authority sulla privacy, docente di diritto costituzionale comparato e avvocato, ha formulato, nel suo intervento, diversi rilievi di criticità nei confronti di misure, di cui molto si sta discutendo in queste ore.

Come il green pass.

Non sono mancate note anche in materia di incostituzionalità e di surrettizia violazione di norme e principi costituzionali.

Sorge quindi un ulteriore problema.

Le misure di possibile restrizione di diritti e libertà, sia pure in funzione anti Covid, probabilmente non potrebbero più essere assunte.

D’altra parte la campagna di vaccinazione non pare essere in grado di arrestare l’inizio di una nuova ondata rialzista.

Anche per questi motivi i mercati temono una nuova recrudescenza, in parte già in atto, con il rischio di ritrovarci, potenzialmente, in una situazione di saturazione degli ospedali e con molti più contagiati di quelli attuali. E con tutto quanto ne consegue.

Conclusioni

A proposito dei diversi fattori che hanno inciso sui mercati europei, abbiamo quindi considerato in questo articolo alcuni tra gli elementi, a nostro avviso più rilevanti, responsabili della performance negativa di ieri.

Non è esclusa, a priori, la possibilità di una ripresa di un trend ascendente, ma occorrerebbero alcuni segnali, al momento assenti, almeno per quanto riguarda l’Eurostoxx.

A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT