La vita di ognuno di noi è ricca di avvenimenti positivi e negativi che talvolta incidono anche sull’attività lavorativa. Potrebbe accadere infatti di aver subito interruzioni dell’attività, con conseguenti buchi contributivi o aver versato contributi in gestioni previdenziali diverse.
Per le varie situazioni in cui ci si può trovare, il legislatore ha previsto diverse soluzioni, in modo da rendere più semplice l’accesso alla pensione. Ad esempio il lavoratore, a suo esclusivo onere, può ricorrere all’istituto del riscatto. In tal modo aumenta il montante contributivo ai fini dell’accesso alla pensione. Oltre agli anni riguardanti il corso di laurea, possono riscattarsi anche periodi diversi. Ad esempio periodi di aspettativa per gravi motivi di famiglia o d’interruzione del lavoro. Inoltre è prevista la ricongiunzione che consente a chi ha posizioni assicurative aperte in diverse gestioni previdenziali di riunire tutti i periodi in un’unica gestione. Ciò al fine di ottenere i contributi necessari per l’ottenimento della pensione. I periodi ricongiunti saranno utilizzati come se fossero sempre stati versati nel fondo in cui sono stati unificati. Questi poi daranno diritto alla pensione in base ai requisiti previsti nel fondo stesso.
Diversi anni di contributi in più per la pensione a questi lavoratori e agli eredi che fanno domanda
Possono presentare domanda di ricongiunzione il lavoratore interessato o i suoi superstiti. Questa deve ricomprendere tutti i periodi di contribuzione maturati in almeno due diverse forme previdenziali. Secondo la Legge n.45/1990 anche i liberi professionisti possono ricongiungere i periodi di contribuzione esistenti presso le varie casse di previdenza. In particolare potranno ricongiungerli con quelli esistenti presso le gestioni obbligatorie di previdenza per i dipendenti, pubblici o privati, o per lavoratori autonomi. Sono inoltre ricongiungibili anche i periodi di contribuzione presso diverse gestioni previdenziali per liberi professionisti. Pertanto grazie a questo istituto potranno riconoscersi diversi anni di contributi in più utili ai fini dell’accesso alla pensione.
La suddetta Legge prevede all’art.2 che il pagamento dell’onere di ricongiunzione possa essere rateizzato, con la maggiorazione di un interesse annuo composto. In particolare sarà pari al tasso di variazione medio annuo secondo gli indici ISTAT, che termina al 31 dicembre dell’anno precedente.
Arriva l’aumento nel 2022
L’INPS con la Circolare n. 30 del 24 febbraio 2022 illustra le tabelle dei coefficienti da utilizzare per i piani d’ammortamento degli oneri di ricongiunzione. Per il 2021 gli oneri da versare ratealmente sono stati senza l’applicazione d’interessi, essendo il tasso risultato negativo.
Quest’anno invece il tasso di variazione medio annuo dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati accertato dall’ISTAT è risultato pari al +1,9%. Pertanto in base all’aumento del tasso l’INPS ha aggiornato le tabelle, allegandole alla circolare. In definitiva la tabella I/2022 riguarda l’ammontare della rata mensile costante posticipata per ammortizzare al tasso annuo dell’1,9%, il capitale da 2 a 120 mensilità. Mentre la tabella II/2022 è relativa ai coefficienti per la determinazione del debito residuo qualora sia stato sospeso il versamento delle rate al tasso annuo dell’1,9%.
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