Difendersi dalla patrimoniale è possibile?

patrimoniale

La paura di una imminente tassazione dei valori mobiliari è cosa certa. Ma è possibile difendersi dalla patrimoniale?

Possiamo comunque essere prepararti e cercare di posizionare i nostri valori mobiliari o parte di essi, nei settori che difficilmente potranno essere coinvolti in una patrimoniale.

Patrimoniale ordinaria o straordinaria?

Per adesso dobbiamo prepararci e confrontarci con una tassazione di natura ordinaria in quanto quella straordinaria è molto più imprevedibile e così anche i suoi eventuali effetti giuridici sul futuro contribuente.

La tassazione ordinaria per la ricchezza mobiliare nel nostro ordinamento è di due tipi una sui flussi di guadagno e una sull’entità del patrimonio.

La tassazione ordinaria sui dei redditi di capitale si applica con una aliquota proporzionale del 26%.

Questa viene prelevata dai vari Istituti di credito sugli interessi dei conti correnti bancari, postali, delle obbligazioni e sui dividendi azionari.

Difendersi dalla patrimoniale è possibile? Sicuramente ma dobbiamo essere preparati

Sempre con questa aliquota del 26% vengono tassati i guadagni sia in conto capitale delle obbligazioni sia le plusvalenze delle azioni. Il tutto con un sistema che permette di poter compensare le eventuali plusvalenze con le minusvalenze purché effettuate entro il quarto anno precedente.

Le minusvalenze accantonate e non compensate nel periodo sono perse con un sistema a scorrimento su base annuale, in pratica si perde la più vecchia. La scadenza e quindi la eventuale perdita di possibilità di poter compensare la minusvalenza viene effettuata alla data del 31 dicembre  di ciascun anno.

Sui fondi d’investimento non vi è la possibilità di poter compensare le minusvalenze con le plusvalenze.

In caso di plusvalenza alla vendita si pagherà il 26% e in caso di minusvalenza, questa non potrà essere compensata o riportata.

Gli Istituti di credito, che sono i sostituti d’imposta, inviano con regolarità la situazione delle varie minusvalenze accumulate per ciascun periodo d’imposta.

I Titoli di Stato italiani

I Titoli di Stato  (BTP, BOT, CCT, CTZ) per la loro natura godono di una tassazione agevolata sia sulle rendite sia sui guadagni in conto capitale al 12,5%.

La tassazione ordinaria sul capitale avviene con il sistema dei bolli sia sul conto corrente bancario sia sul deposito titoli. Con una aliquota fissa e proporzionale dello 0,20%.

Questa imposta viene quindi frazionata e riscossa proporzionalmente in base ai valori finanziari detenuti al momento in cui la banca o l’intermediario finanziario comunicheranno l’estratto del conto titoli.

La possibilità di poter tassare la ricchezza mobile con una aliquota sia essa proporzionale che progressiva potrà incidere sul rapporto giuridico del contribuente solo dal momento in cui la legge tributaria entrerà in vigore.

Quindi tutti i Titoli di Stato (BTP, CCT, BOT, CTZ) emessi fino  a tale data saranno sempre e comunque esenti da questo nuovo tipo di tassazione. Resta ben inciso e stampato su questi titoli che sono esenti da ogni e futura tassazione. Inoltre tali titoli sono esenti anche dalle imposte di successione.

Difendersi dalla patrimoniale è possibile quindi? Il consiglio

Ristrutturare il portafoglio incrementando l’acquisto di Titoli di Stato di vecchia generazione, ed in particolare acquistando e preferendo titoli a lunga e lunghissima scadenza.

Questa operazione permetterà di non pagare eventuali imposte patrimoniali ordinarie.  E in caso di eventuale successione di non pagare neppure un centesimo su questa imposta successoria.

Altra possibilità è quella di  convertire  parte dei propri risparmi in polizze assicurative che all’interno del proprio portafoglio contengano una aliquota prevalente o considerevole di Titoli di Stato.

Anche in questo caso sicuramente su tale percentuale d’investimento non si pagheranno tasse patrimoniali o almeno se ne pagheranno molte di meno.