Di chi i meriti del virtuoso ciclo economico americano?

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I dati USA tengono ancora: di chi i meriti del virtuoso ciclo economico americano?


Prendersi meriti di un ciclo economico americano a metà del mandato del proprio successore come sta cercando di fare Obama negli Stati Uniti è quanto meno grottesco.

Tanto più se il nuovo presidente ha condito la sua nomina di una serie di decisioni forti e di cambiamento specie in ambito fiscale. Segmento del quale conosciamo bene gli effetti deleteri o profittevoli che ogni più piccolo cambiamento apportato possa generare.

Se proprio vogliamo trovare con chi Trump deve suddividere i meriti per questa nuova escalation del ciclo economico americano ebbene questa è senz’altro la FED.

FED che come a Londra o a Berna ha avuto il coraggio di affrontare la crisi sub-prime a colpi di sciabola e non di fioretto come ha fatto la BCE.

E’ un tema su cui si torna ma fondamentale per capire il perché di reazioni così diverse tra il ciclo economico americano e quello europeo.

Liberare o comunque alleggerire le banche del proprio fardello è stata mossa fondamentale per dare linfa a un economia dei capitali che strutturalmente senza un sistema creditizio efficiente non può crescere.

L’importante è che questo avvenga in modo sostenibile. E su questo sarà solo il futuro e il non ripresentarsi di nuove crisi sistemiche a garantirci che si è passati da un capitalismo cieco e di maniera a una crescita sostenibile e con capitali meglio distribuiti.

Nel frattempo registriamo anche la tornata di dati macroeconomici odierni degli USA che, pur con qualche inciampo, conferma lo stato di salute favorevole del ciclo economico americano:

    Indice Markit PMI Composito (Ott) 54,9 54,8 54,8
    Indice dei direttori agli acquisti del settore terziario (Ott) 54,8 54,7 54,7
    Indice di trend dell’impiego CB (Ott) 110,70 110,40
    Indice ISM dei nuovi ordini non manifatturieri (Ott) 62,5 64,5 65,2
    Indice ISM dell’occupazione non manifatturiera (Ott) 59,7 62,4
    Indice ISM dei nuovi ordinativi non manifatturieri (Ott) 61,5 61,6
    Indice ISM non manifatturiero (Ott) 60,3 59,3 61,6
    Indice ISM dei prezzi non manifatturieri (Ott) 61,7 64,2

 

Dopo i bei dati sull’indice PMI pareva di dovere preoccuparsi per l’ISM (sia pure NON manifatturiero ovvero il meno determinante nel calcolo del PIL) ed invece ecco che a qualche ordine in meno corrisponde comunque un indice in crescita per il medesimo periodo.

E chiaro però che se il trend degli ordini sotto le attese dovesse consolidarsi un minimo di frenata sarà nel novero delle cose normali.


Anche perché se consideriamo quanto siamo distanti dalla soglia di 50, quindi sotto la quale si ha recessione, potremmo dire in eccesso, è fisiologico attendersi un prossimo rallentamento del ciclo economico americano.