Democrazia e diritti: verso una fase 2?

Democrazia e diritti

In pregresse analisi sono tornato reiteratamente sul tema dei diritti e del loro rispetto.

Tema a mio avviso strettamente connesso al concetto di economia, inteso in senso lato. Nel senso cioè di organizzazione delle proprie risorse e, certamente, i propri diritti vanno sicuramente annoverati fra di esse, non solo altri elementi, come beni materiali, denaro o asset finanziari.

Democrazia e diritti: verso una fase 2?

Proprio il fatto di andare verso una cosiddetta fase 2, legata alla pandemia da coronavirus, pone al centro di un certo tipo di dibattito il tema della democrazia e dei diritti del cittadino.

E, considerando il concetto di economia in senso lato, che sopra abbiamo considerato, possiamo dire che soprattutto i diritti fanno parte delle nostre più importanti risorse, anche se forse ce ne accorgiamo solo quando vengono a mancare.

Democrazia formale e democrazia sostanziale

Non si tratta, però, di un tema che riguardi, a mio avviso, più di tanto, la democrazia. Sopratutto perché la democrazia in cui viviamo, anche nei paesi occidentali, ovviamente non può essere perfetta, in quanto per sua natura una democrazia non rispetta mai integralmente la volontà popolare.

Basti considerare che nessuno dei governi che in Italia si sono succeduti dopo le ultime elezioni politiche generali, ha rispettato le indicazioni delle alleanze preelettorali.

La Lega si era presentata come partito leader del centrodestra, in opposizione ed in alternativa anche ai 5 stelle, con cui poi ha invece finito per governare.

Pd e 5 stelle si erano presentati come forze assolutamente alternative, tra loro incompatibili, al punto da arrivare anche a denunce e controdenunce penali, come ricorderete.

Eppure l’attuale governo si basa proprio su un accordo tra questi partiti.

Lo stesso premier, Giuseppe Conte, non era neppure conosciuto dalla quasi totalità degli elettori, prima che divenisse primo ministro.

Come notiamo, il concetto di democrazia è molto stiracchiato, nelle sue pratiche applicazioni, per cui possiamo dire che la democrazia sussiste a volte più a livello formale, che sostanziale, come forma di organizzazione politica basata, più che sul rispetto della volontà popolare, sulla possibilità di scelta elettorale tra più partiti politici.

Quanto al rispetto, da parte dello stato, di alcuni fondamentali diritti, preferisco quindi l’espressione stato di diritto.

Ed è infatti, a mio avviso, proprio la quantità di alcuni fondamentali diritti del cittadino rispettati, oppure no, che ci fa comprendere quanto viviamo, o meno, in una democrazia. Come il diritto a non essere sanzionati per quelli che si è.

Gravi limitazioni dello stato di diritto

Non a caso, uno degli aspetti che caratterizzano una dittatura, consiste nel sanzionare le persone non tanto per quello che fanno, ma per quello che sono.

Ed abbiamo già visto che questo succede anche attualmente in Italia, quando si sanziona taluno, per presunta inosservanza ai divieti di movimento, anche quando si tratta di persona che vive per strada.

Ecco, quindi, che in realtà lo si sanziona per essere un senza fissa dimora, e non per quello che fa o non fa.

Ci ricordiamo, a tale riguardo, che i senza fissa dimora venivano internati in campi di concentramento, durante il nazismo?

Ed oggi, come allora, si viene quindi sanzionati per quello che si è?

Questi dubbi sollevano il problema se non stiamo anche noi abbassando pericolosamente l’asticella dei diritti democratici. E sconfinando in forme quanto meno di grave autoritarismo, se non di vera e propria dittatura.

Una situazione unica

Ci ritroviamo peraltro in una situazione storica unica. Visto che certi provvedimenti restrittivi delle libertà personali si stanno assumendo, sia pur con tempistiche differenziate, praticamente in tutto il mondo o nella maggior parte degli stati.

E non dimentichiamoci, peraltro, cosa che è passata per lo più sotto silenzio, che intanto, in Italia, sono state sospese anche delle tornate elettorali, che nel frattempo si sarebbero dovute tenere.

Verso una fase 2 o 1 bis?

Questo tema dei diritti è di stretta attualità in considerazione di una cosiddetta fase 2, verso cui si starebbe andando.

Ma io mi domando se piuttosto non si tratti di una fase 1 bis.

Nel senso che l’espressione fase 2 sa più di vero e proprio ritorno alla cosiddetta normalità. Basata anche sulla pienezza di quei diritti, di cui godevamo prima della fase delle restrizioni. Circostanza che non mi pare si stia verificando.

Ora si va invece prospettando, semmai, qualcosa di diverso.

Ad esempio, si vorrebbero forse tracciare i movimenti ed i contatti delle persone, con determinate app per smartphone.

Ed ecco ritornare i dubbi sullo stato di diritto.

E chi uno smartphone non ce l’ha?

Verrà trattato al pari di chi sanzionato per non possedere una casa?

Anche questa, non sarebbe una grave forma di limitazione dello stato di diritto?

Ecco perché è forse il caso di parlare più di fase 1 bis, che di fase 2.

Nel senso di una fase 1, intesa come fase di restrizione di diritti, che assume tuttavia forme diverse dalle pregresse restrizioni, ma sempre di restrizioni si tratta.

Saremmo quindi ugualmente in una fase comunque diversa, rispetto allo stato di diritto, una fase 1 di restrizioni o soppressione di determinati diritti, sia pur modificate nel tempo. Non posso che augurarmi che invece ulteriori restrizioni non intervengano.

Qualcuno potrebbe pensare che per tutelare la salute, invece ben vengano.

Mi permetto di far osservare che non tutti sono necessariamente concordi che la salute comporti obbligatoriamente restrizioni di un certo tipo.

Ecco un esempio: durante regimi dittatoriali, vi sono quelli che hanno deciso di opporsi, anche a costo dell’incolumità fisica. Propria, ma anche altrui, considerando atti di rappresaglia verso persone innocenti.

Se si fosse ritenuto che l’incolumità dovesse prevalere su tutto, allora neppure vi sarebbe mai stato anche solo un oppositore di certi regimi.

Ma anche nella fase attuale, il rischio del passaggio a forme di maggior limitazione di diritti è grave.

Democrazia e diritti: l’esempio della Cina

Ad esempio in Cina pare che il sistema basato sul tracking permanga tuttora, per essere utilizzato contro oppositori e dissidenti. Quindi con finalità anche diverse, rispetto alla mera tutela della salute.

Attenzione, quindi, ai rischi che si potrebbero correre, non tanto per la democrazia, che già prima dell’attuale emergenza era più un concetto formale, che una realtà sostanziale, quanto per lo stato di diritto.

Realtà tutt’altro che astratta, e la cui importanza viene avvertita soprattutto in fasi come l’attuale, in cui si va scivolando verso forme di distopia, in stile Grande fratello, che peraltro stanno seguendo un trend su scala planetaria.

A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT