Deflazione in Svizzera: non un buon segnale per l’Europa

deflazione

La deflazione in Svizzera è da oggi ufficialmente una realtà confermata dai numeri pubblicati.

La confederazione elvetica è da anni la conferma che non occorre una Unione per ritagliarsi uno spazio a livello internazionale e globale.

Evidentemente però l’eccessiva uniformizzazione a modelli normativi altrui sta cominciando a produrre effetti di minore attrattività.

Ciò non soltanto per i capitali (per i quali la caduta del segreto bancario è stata una vera mazzata) ma anche per le attività.

Negli ultimi anni infatti grazie a una fiscalità, diciamo gradevole, la Svizzera è riuscita a compensare il calo del settore bancario con una forte implementazione e lo sbarco di attività produttive di genealogia straniera.

Deflazione in Svizzera i dati

  CHF IPC (Annuale) (Set) 0,1% 0,3% 0,3%
  CHF IPC (Mensile) (Set) -0,1% 0,1% 0,0%

Se su base annuale l’indice dei prezzi al consumo segna ancora un +0.1% la deflazione si affaccia ufficialmente tra i problemi che il governo elvetico dovrà affrontare con un -0.1% mensile che non lascia spazio a dubbi.

Prezzi al consumo in calo: rischio recessione ma è presto per drammatizzare

Lo step successivo infatti a un IPC dal segno meno è quello dell’avvio di una vera e propria recessione.

Occorre però dire che su base mensile questi inciampi dell’IPC svizzero sono frequenti.

Sarà su base annua che la tenuta o meno del pur modesto +0.1% andrà a chiarire le reali prospettive economche della Confederazione.

A Berna però faranno bene a tenere in considerazione questo segnale che è anche frutto dell’eccessivo avvicinamento in termini di burocrazia agli schemi contorti e

pesanti dell’Unione Europea. UE che sappiamo bene in che difficoltà si trovi.

Sovranità monetaria

Proprio ieri scrivevamo dell’MMT e di come diverse nazioni (USA e Gran Bretagna in primis) di fatto l’abbiano con buona probabilità applicata nel post 2008 senza proclami di metodo ed annunci particolari.

Semplicemente stampando moneta al bisogno.

Probabilmente altrettanto ha fatto la Svizzera per salvare i suoi colossi bancari.

Ecco, ora, uscendo dal teutone schema dominate in Europa, una potente iniezione di franchi svizzeri nel sistema produttivo nazionale sarebbe proprio quello che serve per scongiurare il rischio che deflazione arrivi a fare rima con recessione.