Default argentino: analisi di una situazione e sua previsione

Tra gli eventi negativi di questo periodo, quasi non bastasse, di per sé, il coronavirus, ecco giungere la notizia di un nuovo, prossimo default dell’Argentina, o meglio, del suo debito pubblico.

Volendo analizzare, in sintesi, questa situazione del default argentino, possiamo riassumere il tutto, o quanto meno gli aspetti principali, in due frasi, che ci indicano altrettante fondamentali lezioni di economia, dando ennesima prova di quello che dico sempre.

Legando emissione di nuova moneta e debito, il rischio di default continua a sussistere. E la curva dei rendimenti predice questo fenomeno con largo anticipo, dimostrandosi un indicatore particolarmente affidabile.

Ma come si è giunti, anzi perchè si giunge, periodicamente, ad una situazione di default, come quelle argentina?

Default argentino: analisi di una situazione e sua proiezione

La banca centrale argentina finanzia lo stato.

Lo stato emette titoli del debito, ma la sua gestione finanziaria non è idonea a mantenere la situazione stabile nel tempo, anche a fronte di uno scarso livello di credibilità delle sue istituzioni. Soprattutto verso la classe dirigente rappresentata dal movimento peronista, ed in particolare dai coniugi Kirchner, che si sono succeduti alla presidenza, ora passata ad un altro peronista, Fernandez.

Da evinziare, quindi, come ci troviamo, per l’ennesima volta, in una situazione in cui la creazione di nuova base monetaria è collegata all’emissione di debito. Teoricamente, come sottolineato in pregresse analisi, si tratta di un meccanismo istituzionale, alternativo all’emissione di denaro da considerare di proprietà statale, e finalizzato soprattutto al contenimento dell’inflazione. L’Argentina dimostra invece come tale meccanismo non serva praticamente a nulla, da questo punto di vista. In Argentina non si è certo abbattuta l’inflazione, nonostante l’emissione di titoli del debito.

Tanto valeva stabilire che il nuovo denaro creato fosse di proprietà statale, senza emissione di titoli di debito dello stato o della banca centrale.

Almeno si poteva evitare il default.

Ma è possibile prevedere queste crisi di sostenibilità del debito?

La risposta è sì, ed ancora una volta, è da rimarcare l’efficacia delle curva dei rendimenti.

Analisi della yield curve argentina

Il seguente grafico evidenzia le dinamiche della curva argentina dei rendimenti dei titoli di stato in diversi periodi: un anno fa, un mese fa e curva attuale.

curva dei rendimenti argentina

La freccia rossa con la punta verso il basso evidenzia come la curva si sia diretta nel tempo verso tassi più bassi. E, come sappiamo, tassi più bassi significano anche economia in fase di ribasso. Viene però mantenuta l’impostazione totalmente discendente della seconda parte della curva (freccia fucsia), senza che vi sia una parte finale che risalga.

Tale configurazione sta a significare che, ad un certo punto, viene proiettata una situazione di possibile default argentino. Inftti la curva discendente, non seguita da un successivo tratto ascendente, significa appunto situazione di probabile default, senza cioè ripresa economica, prima che il default intervenga.

Notiamo anche che questa curva, a partire dallo scorso anno, si piegava al ribasso a partire dalla scadenza biennale.

Occorreva quindi considerare la distanza temporale rispetto al minimo della curva sulla sinistra, relativa alla scadenza annuale, da cui risultava un arco temporale di un anno, ed ecco pronta la proiezione. Entro un anno già dall’anno scorso veniva proiettato un possibile default.

Quello che, ora, si sta verificando.

La prova del 9: la curva della Turchia

Un esempio di conferma proviene dalla curva turca.

Quella di un anno fa era completamente ribassista in tutta la sua lunghezza, tipica espressione di una proiezione di default.

Poi assistiamo all’inversione rialzista tra le scadenze a breve e quelle a lungo. Potente segnale di ripresa, in primis economica, e di nuova sostenibilità del debito.

Anche se la prima parte della curva ci indica che una ripresa vera e propria probabilmente interverrà solo tra qualche tempo.

Curva dei rendimenti turchia

Intanto la nuova crescita del pil turco è intervenuta quale indicazione per rendersi conto della corrispondenza con le indicazioni della curva. Un curva che, modificando la propria pendenza, ha indicato probabilmente la non sussistenza di un default in arrivo e una proiezione di una futura fase di ripresa.

Ancora una volta, quindi, la curva dei rendimenti si è dimostrata in grado di formulare, con le dinamiche della sua pendenza, valide proiezioni su andamento economico e sostenibilità del debito di un paese.

A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT