In questo articolo, facciamo il punto sul Dax, in ottica di medio e lungo termine, usando sia analisi ciclica che setup desunti da particolari tecniche di Gann.
Aggiungiamo un’analisi di tipo fondamentale per avere un quadro di riferimento rispetto alla maggior o minor convenienza rispetto ai bund.
Sotto il profilo dell’analisi ciclica, è evidente, sul medio termine, la formazione di un ciclo di 208 barre giornaliere, e secondo diversi indicatori sembrerebbe ormai formatosi il massimo di tale ciclo, destinato, in caso di conferma, a chiudersi attorno al 24 ottobre.
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Tali conferme possono provenire, in parte, da alcune tecniche ganniane, tra cui la proiezione di vettori angolari da zero, e l’intersezione della linea del tempo.
Peraltro i prezzi sembrano ormai aver abbandonato proprio taluni di questi vettori, confermando le ipotesi cicliche dianzi previste.
Analizzando, retrospettivamente, i risultati di questa tecnica, si nota come proiettando tali setup, ad esempio, dal minimo di settembre 2011, si potevano individuare taluni rilevanti punti di svolta, tra cui: massimo 2014, massimo 2015, minimo gennaio 2016.
ANALISI FONDAMENTALE
Il prezzo di equilibrio del Dax, desunto dal fed model integrato con un premio per il rischio del 5 per cento, è pari a 12081, quindi siamo su livelli di leggera sopravalutazione.
L’inverso del ratio p/e evidenzia ai prezzi attuali un rendimento del 5,3 per cento, contro un rendimento di appena lo 0,48 per cento dei bund decennali.
Pertanto è evindente la convenienza del dax rispetto al rapporto relativo con i bund.
Tuttavia, come noto, durante fasi cicliche ribassiste il livello di un indice può raggiungere anche notevoli livelli di sottovaluzione, tipicamente non inferiori al 30 per cento rispetto al fair value, che porterebbe ad un valore attorno a 8456, a conferma di un possibile, severo ritracciamento.