Dax: segnali di inversione

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Quale futuro per il Dax?

A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT

Approfondimento Dax e proiezione del setup

Abbiamo già visto nei precedenti articoli come tecniche diverse, da top or bottom a magic box, dai cicli asimmetrici al quadrato di gann, al canale di lunghissimo termine, proiettassero un potenziale top di lungo, probabilmente di lunghissimo termine, proprio in corrispondenza del massimo di gennaio.

Peraltro la formazione di questo top, essendo in divergenza rispetto alla dinamica degli indici USA, che ne hanno formato un altro in questo mese, evidenziava una situazione di potenziale ribasso su tutti gli indici.

Ma, come noto, un setup, per quanto oggetto di proiezioni concordi da parte delle diverse tecniche, non necessariamente dà luogo ad inversioni di tendenza.

L’abbiamo visto anche in miei vecchi articoli, dove attenzionavo il lettore sulla presenza di setup, cui faceva seguito un’analisi per comprendere se di inversione o di continuazione.

Occorre quindi valutare, come dicevo, dopo il raggiungimento di un target, cosa succede, per comprendere se si sia in presenza di un’inversione.

Ed in questo caso, per il Dax, ma non solo per il Dax (esaminerò la situazione degli altri indici in successivi articoli), siamo in presenza di una pluralità di segnali di inversione.

Ovviamente ogni analista può prediligere alcune tecniche, rispetto ad altre, ma in questo caso sono proprio indicazioni diverse che convergono a delineare un quadro di inversione.

Per illustrarvele ricorro ai seguenti grafici.

Parto dal grafico, già contenuto nell’articolo di ieri, che evidenziava un canale rialzista di lunghissimo termine e che vede il Dax prima salire oltre la resistenza proiettata, per poi discendere al di sotto, tipico segnale di fine trend.

Notare la zona evidenziata in giallo:

Il seguente grafico rappresenta un ingrandimento di parte del grafico precedente ed evidenzia, nelle ellissi di vari colori, una serie di segnali in successione.

La trend line rialzista, inclinata verso destra, in nero, sopra la trend line orizzontale rossa, rappresenta la retta di lungo termine del primo grafico.

Nel cerchio in rosa notiamo la formazione di un doppio massimo (tratto nero) sopra la trend line, mentre il minimo di questo pattern si trova a contatto con la trend line nera.

L’ellisse celeste evidenzia la rottura di questo minimo, che rappresenta quindi un doppio segnale: conferma del doppio massimo e passaggio sotto la retta di resistenza di lungo termine.

Quindi i corsi scendono al di sotto della trend line di supporto del canale di medio/lungo termine (ellisse gialla), segnale confermato anche dal passaggio della media mobile a 20 periodi, su time frame settimanale (in rosso), sotto la medesima retta.

Nel frattempo notiamo che si è formato un ampio testa e spalle ribassista, la cui linea del collo (retta orizzontale rossa) viene rotta al ribasso (freccia nera).

Ad ulteriore conferma di questi segnali, anche un’interessante indicazione algoritmica, illustrata nel seguente grafico.

Viene usato un indicatore di momentum a 12 mesi, che evidenzia come nel 2000 il medesimo avesse prima raggiunto il livello A, e poi confermato un segnale di ribasso passando in area negativa (B).

Notiamo che in corrispondenza, invece, del medesimo livello raggiunto nel 2008, sul top di aprile 2015, i corsi sono discesi di circa il 30 per cento, dando luogo ad un mercato orso durato 10 mesi.

Sul massimo di gennaio del Dax  invece i corsi si sono trovati in una situazione del tutto analoga alla situazione del 2000, indicata ancora una volta con le lettere A (stesso livello del 2000) e B (passaggio in area negativa).

In quel caso ricordiamo che il ribasso dai massimi fu del 73 per cento.

Ma, come se tutti i pregressi segnali non bastassero, notiamo anche che il Dax ha formato un canale ribassista di ampie dimensioni, come da grafico seguente.

E, come noto, più ampie sono le dimensioni del canale che lo inquadra, maggiore è la durata del trend.

Notiamo anche che alla chiusura di ieri del Dax, la barra settimanale in corso è una mera inside rispetto alla precedente, quindi esprime solo un probabile rimbalzo, dovuto anche al raggiungimento della retta inferiore del canale, con funzioni di supporto dinamico.

Pertanto prelude, con ogni probabilità, ad una ripresa del trend ribassista in corso.

In sintesi, una molteplicità di segnali, che rendono decisamente probabile la conclusione del trend rialzista e difficile un’inversione del medesimo.

E, come se tutto questo non bastasse, stiamo per avere conferma di un’ulteriore indicazione da parte del metodo PLT, con un segnale ribassista di lungo termine, che non era mai più intervenuto, dopo il minimo del 2009, ma questo aspetto verrà approfondito in successive analisi.