Dati macroeconomici: mercati pronti al rialzo?

dati macroeconomici

Ieri pomeriggio sono usciti, quasi a consentirci un confronto, numerosi dati macroeconomici USA tra cui il rapporto sulla fiducia dei consumatori.

Proprio dopo che in giornata avevamo commentato una serie di deludenti dati sulla fiducia e sul sentiment della zona euro.

Ebbene, siamo su un altro pianeta.

E’ quasi incredibile come gli Stati Uniti, che hanno vissuto la crisi a livelli più profondi rispetto all’Europa, non ne vogliano sapere di mollare nemmeno un centimetro di quanto questo prolungato ciclo di crescita riuscirà a realizzare.

Tabella principali dati macroeconomici USA di giornata

Evitiamo di commentare approfonditamente la carrellata di dati sui prezzi che confermano la stabilità ormai rituale di questo 2019.

Ci limitiamo a notare che sono dati che certamente non incentivano la FED a muoversi significativamente nel breve… (poi ci spiegheremo meglio).

Tanto più che poi:

    Rapporto sulla fiducia dei consumatori (Lug) 135,7 125,0 124,3
    Contratti pendenti di vendita di Abitazioni (Mensile) (Giu) 2,8% 0,5% 1,1%

Il rapporto sulla fiducia dei consumatori si porta a 135.7 versus 125 atteso!

Vale a dire al terzo posto nella graduatoria assoluta, almeno dell’ultimo decennio!

Insomma pare quasi che anche la popolazione stia inviando un chiaro messaggio a Mr. Powell ed al board della Federal Reserve: “occhio! Le cose ci vanno bene così”.

Dati macroeconomici USA: anche dall’immobiliare una nuova iniezione di fiducia

Nelle ultime settimane qualche segnale un po’ così era arrivato proprio da quel settore immobiliare illo tempore alla base di tanti seri problemi.

Ebbene, proprio quando la FED necessita dell’ultima spinta per muoversi, ecco un elemento macro eccellente proprio dal segmento del mattone.

Il dato mensile dei contratti pendenti di vendita di Abitazioni sono saliti a +2.8% da 1.1% e con attese posizionate a 0.5%!

Immaginiamo la stizza della Casa Bianca e nel contempo la delusione degli operatori di Borsa.

Soggetti che proprio da dati macroeconomici USA, non di prima fila sia chiaro, auspicano quella goccia di negatività che potrebbe portare la FED all’attesissimo primo taglio dei tassi.

FED in movimento per incastro

Sia ben chiaro i dati di ieri  non pregiudicano il fatto che il FOMC poi oggi opti comunque per un prima marginale taglio dello 0,25%.

Le parole spese da Powell in termini di preoccupazioni per il futuro globale, scenario anche da prevenire possono valere molto.

Specie se contestualizzare ai desiderata/diktat che da mesi provengono dalla Casa Bianca.

Occhio perché se così sarà questo micro storno potrebbe rivelarsi un’ottima occasione di acquisto.