I dati macroeconomici americani confermano le scelte fatte dalla FED.
Nulla da fare per Donald Trump.
Dopo la bocciatura da parte della FED della sua reiterata istanza per ottenere manovre espansionistiche anche i dati macroeconomici USA confermano la bontà delle scelte di Powell & soci.
Proprio nel giorno in cui i due dati settimanali sulla disoccupazione segnano una marginale battuta d’arresto altri numeri dell’economia confermano l’ottimo trend in corso.
Vediamoli.
Tabella principali dati macroeconomici USA di giornata
Richieste di disoccupazione continua | 1.671K | 1.659K | 1.654K | ||||
Richieste iniziali di sussidi di disoccupazione | 230K | 220K | 230K | ||||
Media delle richieste sussidio di disoccupazione di 4 settimane | 212,50K | 206,00K | |||||
Produttività non agricola (Trimestrale) (1° trim.) | 3,6% | 2,2% | 1,3% | ||||
Costi unitario della manodopera (Trimestrale) (1° trim.) | -0,9% | 1,5% | 2,5% | ||||
Rapporto sulle condizioni degli affari a New York (Apr) | 882,8 | 869,1 | |||||
Ordinativi di beni capitali (escluso difesa e settore aereo) (Mensile) | 0,0% | -0,2% | |||||
Ordinativi alle fabbriche (Mensile) (Mar) | 1,9% | 1,0% | -0,3% |
Pareva che i dati macroeconomici USA di giornata potessero aumentare i rimpianti della inascoltata Casa Bianca…
Le richieste di sussidi si sono mantenute a 230K sotto le attese a 220K mentre le richieste di disoccupazione continua sono salite a 1671K versus 1659K e 1654K di 8 giorni fa.
Insomma, seppur su livelli assoluti elevati, i due dati sincronizzati sotto le attese sono evento raro e potevano dare a Trump nuova energia per contestare la FED.
Produttività non agricola e ordinativi alle fabbriche USA ai massimi
Ci hanno subito pensato due dati macroeconomici USA molto attesi e altrettanto considerati a calmare gli eventuali bollenti spiriti di Donald Trump contro la FED.
La produttività non agricola è volata a +3.6% versus +2.2% atteso e +1.3% precedente.
Gli ordinativi alla fabbriche, che recentemente avevano destato qualche preoccupazione, hanno fatto ancora meglio.
Leggiamo infatti un +1.9% versus +1.0% atteso e in grande risalita dal precedente -0.3%.
Le borse di Wall Street ringraziano
Forse servirà ( e dico forse) ancora qualche giorno a che la rotazione di prezzi sulle borse smaltisca le prese di beneficio programmate sul meeting della FED.
Ma dopo di che il destino dei listini di Wall Street (e al traino delle altre borse) pare proprio incamminato verso nuovi top per il 2019.
Molto probabilmente appunto già in tempi brevi, a maggio.
Nervosismo post elezioni europee
Se proprio vogliamo come scrivemmo tempo fa dare credito al detto “sell in May and go away”…possiamo pensare che le borse ci piazzino un massimo da qui a qualche giorno prima delle elezioni europee.
Salvo poi lasciare per un po’ spazio ai venditori a cavallo o subito dopo il passaggio alle urne europee. Le attese sono comunque per un maggio laterale negativo ma ulteriori forti rialzi per giugno, luglio e agosto.
Ma la convinzione resta che poi ,già in estate, saranno ancora i dati macroeconomici USA a trascinare nuovamente il tutto al rialzo.