La protagonista della giornata, come era facile immaginare, è stata la BCE. La riunione di oggi, infatti, aveva condizionato l’andamento dei mercati già in apertura, prolungando l’incertezza anche all’intera mattinata. Infatti non più tardi delle 11 le piazze di scambio europee si trovavano in tensione. Piazza Affari, ad esempio, soffriva con un passivo intorno a -35%. In lieve calo anche il Ftse 100 di Londra con un -0,04% mentre il segno meno caratterizzava anche l’andamento della Borsa francese (Cac 40 a -0,3%) e di quella tedesca (Dax a -0,5%). Una tensione che si spiega anche, se non soprattutto, con gli ultimi dati record dell’inflazione pubblicati ieri. Un aumento che, previsto e prevedibile, potrebbe però far cambiare idea alla BCE orientata a continuare sulla strada della pazienza.
Dalla BCE alla BoE, le Banche centrali sono al bivio
C’è chi, come il Financial Times, azzarda addirittura a pronosticare non solo il cambio di rotta ma anche il numero delle strette che il board deciderà per i prossimi mesi. Dalle colonne del giornale, infatti, si prevedono due ritocchi al costo del denaro per questo 2022. L’idea arriverebbe anche dall’osservazione di quanto fatto dalla FED che, già decisa a cambiare rotta sulle politiche monetarie, sta rivelando una scelta man mano sempre più aggressiva. Ma almeno per il momento il pericolo di uno stop ala politica accomodante è stato scampato. Infatti nella conferenza stampa di prassi, il governatore della Banca centrale europea ha confermato quanto già previsto. Ma non ancora per molto.
Quello della BCE non era, però, che un tassello del mosaico. Dalla BCE alla BoE, le decisioni sulle politiche monetarie iniziano a differenziarsi in maniera sempre più marcata. Infatti da Londra arriva la notizia di una revisione, al rialzo, sui tassi di interesse allo 0,5%.
Allargando l’orizzonte dell’analisi, poi, si devono considerare anche le notizie in arrivo dal fronte ucraino. Infatti le ultime novità riguarderebbero l’invio di circa 3mila militari statunitensi suddivisi tra Polonia, Germania e Romania. Parallelamente si registrano anche i primi segnali sulla Borsa russa, a sua volta sotto pressione a causa delle vendite generalizzate. Nello stesso momento sui mercati si deve registrare anche l’aumento delle quotazioni del gas. La materia prima, infatti, è sotto i riflettori. Per il momento i rialzi sembrano essere dettati dalle incertezze internazionali. Anche perchè la paura di un inverno rigido, almeno per il momento, potrebbe rivelarsi secondaria.