Dal 4° giorno di malattia INPS ecco quanti soldi si perdono con buste paga giornaliere di 45 euro

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Non sono pochi gli impiegati, gli operi e i dipendenti pubblici e privati costretti a casa da qualche malessere fisico. Alcuni soffrono di disturbi cronici che ogni tanto impongono un periodo di fermo. Altri sono più sensibili alle temperature fredde e si ammalano facilmente sviluppando sindromi influenzali. E anche chi non ha la Legge 104 può ottenere 30 giorni di permessi retribuiti.

Ma, al di là della motivazione che costringe ad assentarsi, la maggior parte dei lavoratori ha diritto ad un’indennità. Durante i giorni di permesso può pertanto ricevere una prestazione economica dall’Ente previdenziale. Anzitutto quindi è utile sapere quanti giorni per motivi di salute si possono richiedere nell’arco di un anno. A seconda del contratto sottoscritto possono infatti cambiare le condizioni e anche  le indennità spettanti.

In particolare dal 4° giorno di malattia si riduce l’importo dello stipendio per il contribuente che rimane a casa. Dopo i primi 3 giorni parte infatti il riconoscimento di un’indennità di malattia che l’INPS eroga ad alcune categorie di lavoratori. Sono esclusi dal godimento del trattamento economico ad esempio i dirigenti, le colf e le badanti, gli impiegati del settori industriale e i lavoratori autonomi.

Al contrario, sono coperti da indennità i contribuenti iscritti alla Gestione separata, operai e impiegati del terziario, disoccupati, apprendisti ecc. Durante il periodo di assenza tali lavoratori devono rispettare alcuni obblighi e non devono abbandonare il domicilio durante le fasce orarie di reperibilità. Vi sono tuttavia delle eccezioni per cui è anche utile aggiornarsi in modo da sapere per quali malattie non è prevista la visita fiscale.

Dal 4° giorno di malattia INPS ecco quanti soldi si perdono con buste paga giornaliere di 45 euro

Chi chiede dei giorni di astensione dal lavoro ha comunque diritto a percepire una percentuale di stipendio. Quando infatti le condizioni di salute non consentono di svolgere l’attività lavorativa non si viene del tutto privati della retribuzione. Ne consegue che il lavoratore malato che invia un certificato telematico percepisce una quota inferiore di stipendio.

L’indennità che l’Ente previdenziale versa non corrisponde in misura piena alla consueta retribuzione. In particolare si dimezza nel periodo di assenza compreso tra il 4° e il 20° giorno di malattia. Chi percepisce stipendi medi mensili di circa 1300-1400 euro riceve un trattamento economico pari a 650-700 euro. Ad una busta paga di 1.350 euro al mese corrisponde una retribuzione quotidiana di circa 45 euro.

L’ammontare dell’indennità quotidiana per i primi 20 giorni di malattia si attesterà quindi attorno ai 23 euro. Diverso il caso del lavoratore che si assenta per un periodo più lungo di 3 settimane. Dal 21° al 180° giorno di malattia infatti la prestazione economica corrisponde al 66,66% dello stipendio medio giornaliero.