Chi è veramente una persona intelligente? Noi possiamo dire di esserlo? Scopriamolo.
Gli studi sull’intelligenza hanno fatto passi da gigante negli ultimi anni. Per esempio, si pensava che il quoziente d’intelligenza (il QI), rimanesse uguale per tutta la vita. Invece, secondo uno studio dell’University College of London, pubblicato sulla rivista Nature, il livello d’intelligenza può mutare. Durante la vita può crescere fino a 21 punti o addirittura calare. Quindi, nell’arco della vita si può diventare più o meno intelligenti.
Ma davvero il QI è l’unico indice d’intelligenza? Di recente è stato fatto un sondaggio chiedendo ai partecipanti quali caratteristiche rivelassero il grado d’intelligenza di una persona. Il risultato ha stupito perché sono emerse 6 caratteristiche inaspettate della personalità. È da non credere che questi 6 problemi sono rivelatori dell’intelligenza di una persona, secondo la maggioranza degli intervistati di questo sondaggio. In sostanza, la ricerca ha svelato che le persone più intelligenti adottano dei comportamenti che in genere la società bolla come problematici. Un esempio su tutti. È universalmente riconosciuto che chi ha memoria è una persona intelligente, eppure è proverbiale la smemoratezza di Einstein. Quindi, chi ha gli aspetti caratteriali sotto indicati, è una persona intelligente.
Da non credere che questi 6 problemi sono rivelatori dell’intelligenza di una persona
La prima caratteristica di una persona intelligente è l’umiltà della conoscenza, ovvero chi è intelligente sa di non sapere. Non vogliamo scomodare Socrate, che di questa convinzione ne aveva fatta una filosofia di vita. Uno studio diventato oramai un classico, condotto dagli psicologi Justin Kruger e David Dunning, dimostra il contrario. Secondo questo studio i meno intelligenti sono coloro che sopravvalutano le loro capacità intellettive, che pensano di sapere tutto.
Una caratteristica che si lega alla prima è la curiosità. Chi sa di non sapere è assetato di conoscenza e quindi costantemente curioso di ciò che lo circonda. Albert Einstein diceva di sé stesso di essere molto curioso.
Chi è umile e curioso in genere ha anche un’apertura mentale maggiore della media, perché naturalmente predisposto ad accogliere nuove idee. Una maggiore apertura mentale significa prendere in considerazione le opinioni altrui, aprirsi a nuove soluzioni e quindi essere capace di cambiare opinione. Ascoltare gli altri, riflettere e valutare nuove idee porta in genere ad ascoltare di più e a parlare di meno. E magari a non dire nulla se non si ha nulla da dire.
Una persona intelligente pensa più di quanto parla e riflette molto, questo atteggiamento lo porta a procrastinare. Chi rimanda può apparire una persona perennemente indecisa. Adam Grant, professore di management alla Wharton School of Business della University of Pennsylvania, sostiene che l’azione del rimandare favorisce l’innovazione. Il professore porta come esempio la strategia di procrastinazione di Steve Jobs.
Infine, le persone intelligenti hanno un elevato autocontrollo. Sono molti gli studi che legano autocontrollo e intelligenza. Secondo gli scienziati, la corteccia prefrontale anteriore del cervello ha un ruolo importante nell’aiutare le persone nella risoluzione dei problemi e nell’autocontrollo.
La nostra società considera scarsamente le persone riflessive, che rimandano, quelle umili, troppo curiose e disposte anche a cambiare opinione. Questi comportamenti in genere sono bollati come problematici o di persone insicure, indecise, solitarie. Eppure, gli studi ci dicono che queste caratteristiche indicano un elevato grado d’intelligenza.
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