A quanto pare siamo arrivati alla crisi di Governo che, informalmente, si era aperta già da qualche tempo.
Ma quali prospettive si profilano per il nostro Paese?
Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza su temi come economia, soluzioni proposte, ipotesi vaccinali ed altro ancora, in presenza di uno scenario politico di questo tipo.
Crisi di Governo tra dubbi e scenari futuri
Le origini della crisi
Come giustamente ha osservato il Prof. Geraci, nell’intervista rilasciata ieri a ProiezionidiBorsa, ognuno può avere la sua opinione sul fatto che l’esecutivo in carica abbia operato bene o male e sull’opportunità che venga sostituito.
Quel che è certo è che, come avevamo indicato sin dalle prime mosse di questo secondo Governo Conte, non pareva esserci molta coesione tra le sue componenti.
A parte gli ex scontri, anche frontali e giudiziari, tra PD e pentastellati, era soprattutto l’impostazione su diversi temi di primo piano ad evidenziare fratture interne alla maggioranza.
Pertanto, fino a che si rimaneva in un prospettiva di ordinaria amministrazione, o quanto meno senza toccare alcuni temi, le cose potevano anche andare avanti, bene o male lo lascio valutare al lettore.
Ma poi, quando certi temi hanno iniziato ad essere considerati irrinunciabili, ecco la crisi dietro l’angolo.
Opposte visioni
E come non ricordare che già era stata sfiorata in relazione ad un tema come quello della giustizia. In occasione della mozione di sfiducia verso il guardasigilli.
Questa volta erano troppo numerosi, ed in una fase cruciale, certi temi, giunti al punto del redde rationem.
E, visti anche i condizionamenti internazionali, non si poteva certo far finta di niente, per un verso da parte degli esponenti renziani, per altro verso da parte soprattutto di esponenti pentastellati.
In quello che alcuni amano definire teatrino della politica, alcune interpretazioni della situazione attuale tendono a personalizzare i motivi dello scontro in atto, evidenziando soprattutto una dialettica tra Conte e Renzi.
Personalmente, ci vedo invece soprattutto uno scontro di visioni su temi cruciali, soprattutto tra Italia Viva e pentastellati.
Quel che piace all’uno è detestato dall’altro.
Pensiamo al reddito di cittadinanza, ma ora ai temi che sono sul tappeto, soprattutto Recovery Plan e MES.
Temi deflagrati in questa fase, proprio perché è giunto il momento delle decisioni, visto che l’Europa non aspetta e che quindi, appunto, come si usa dire, i nodi sono venuti al pettine.
Soluzioni in salsa europea e prospettive economiche alternative
Per certi versi, il primo elemento di crisi andrebbe però ricercato proprio nella concezione europea, che ha portato a creare strumenti come Recovery e MES.
Tutto si basa sul debito e, ancora una volta, anche le eccezioni ai tradizionali parametri finanziari sono state concepite in una tale ottica.
Si è consentito di sforare i parametri di deficit e debito e si sono formulate linee di credito a condizioni diverse, rispetto al mercato dei Titoli di Stato.
Ma sempre di debito si tratta, anche se in parte si è pensato di realizzarlo in forma di fondo perduto, nella convinzione che se non si crea debito l’inflazione esplode. Concezione che ha improntato di sé la costruzione delle istituzioni economiche europee.
Questo comporta comunque dei problemi
Intanto, si crea comunque del debito, e le risorse, comunque limitate e proprio perchè limitate, danno luogo ad infinite diatribe su come debbano essere usate.
Invece la mia personale convinzione è che in una fase emergenziale come questa, si dovesse derogare al tradizionale sistema del debito. E consentire di ricorrere alle cosiddette obbligazioni irredimibili per tutta la durata della pandemia. Senza fissare quantitativi predeterminati di risorse così conseguibili.
Peraltro senza necessariamente vincolare l’uso di un tale strumento a spese in conto capitale, e invece utilizzabile financo per ripagare debito precedentemente contratto.
Infatti il consentire eccezioni solo sulla quantità di debito da poter contrarre o sulle sue condizioni, come vediamo, alla fine ha consentito solo di far deflagrare le contraddizioni nella maggioranza.
Crisi di Governo tra dubbi e scenari futuri. Ora cosa succederà?
Ieri sera le due ministre renziane si sono astenute, a fronte di un Recovery Plan ritenuto ancora non migliorato a sufficienza, ma anche per il non accoglimento del MES.
Formalmente e diplomaticamente, si sono rinviate ad oggi le decisioni, da parte di Italia Viva, ma è evidente che non si possa stare in un Governo, di cui non si condividano elementi centrali di programma e strumenti fondamentali di operatività.
A questo punto, la contromossa, se così vogliamo definirla, di Conte e delle altre forze politiche che ancora lo sostengono, riconduce ad una cosiddetta parlamentarizzazione.
Parlamentarizzazione della crisi?
Ma cosa significa parlamentarizzazione?
Si tratta di cercare in parlamento alcuni deputati e senatori, che sostituiscano il voto dei parlamentari, che vengono meno.
Costituzionalmente, però, andrebbe notato che un tale passaggio modificherebbe la natura politica della maggioranza. Ciò proprio per la diversa composizione delle forze al suo interno. Unitamente ad una diversa composizione dello stesso esecutivo, per sostituire i ministri dimissionari.
Formalmente, sarebbe quindi difficile pensare che il Presidente della Repubblica possa consentire a Conte di passare da un Governo con i renziani ad uno senza, non dimettendosi.
Un precedente che vide, tra i protagonisti, proprio anche Mattarella. Cioè le dimissioni di ministri della sinistra DC in un Governo Andreotti, sostituiti senza che Andreotti si dimettesse con ministri di uno stesso partito. Era situazione diversa.
Ben diversa una situazione in cui ministri e parlamentari di un partito sono sostituiti da altre forze politiche. Sempre che poi, effettivamente, questi altri parlamentari, i cosiddetti responsabili, si trovino.
È quindi probabile che comunque Conte debba dimettersi, per eventualmente domandare la fiducia su quello che sarebbe il suo terzo esecutivo, oltre che terzo Governo della legislatura.
Resta comunque incerta la prospettiva di ottenere un numero di voti sufficiente a sostituire i renziani.
Intanto continua la pandemia
Purtroppo continua la pandemia, ed uno dei fattori che sta agevolando la crisi di Governo è anche il fatto che il Governo aveva prospettato una risoluzione dei problemi economici e sanitari, se in una prima fase si era disciplinati nell’osservare le misure restrittive.
Ci ricordiamo del refrain andrà tutto bene?
Ecco, direi che le cose stanno andando diversamente.
Ragion per cui, confinati tra limiti economici e restrizioni di diritti fondamentali, alla fine nei politici sono esplose quelle contraddizioni, che la costruzione europea quasi inevitabilmente porta a deflagrare, soprattutto in Paesi che avevano pregressi problemi di debito.
Soluzioni sanitarie che tali non sono
In ogni caso, verranno votati anche con il voto positivo di Italia Viva i prossimi provvedimenti sanitari ed il Recovery. Ma sotto il profilo sanitario si stanno prospettando, da parte di taluni studiosi, soluzioni che potrebbero anche essere pericolose.
Mi riferisco, in particolare, all’ipotesi di non iniettare la seconda dose di vaccino entro i termini previsti, ma di utilizzarla, invece, per aumentare il numero di vaccinati.
Tale ipotesi naturalmente è contraria all’utilizzo dei vaccini, secondo i protocolli approvati, e non si sa cosa potrebbe succedere.
Probabilmente, che l’efficacia del vaccino rischierebbe di essere profondamente minata. E, quindi, invece di incrementare il numero dei vaccinati, si rischierebbe di vanificare la campagna vaccinale stessa.
Semmai soluzioni alternative possono derivare dall’incrementare gli studi sulle cure, che tradizionalmente hanno dimostrato, in vari casi, di poter affrontare anche varianti di virus, molto più di quanto contro un virus possano fare dei vaccini.
Crisi di Governo tra dubbi e scenari futuri. I mercati
In vista della crisi è sorvegliato speciale il mercato dei titoli del debito.
Ma occorre dire che i recenti ribassi potrebbero essere occasione d’acquisto.
Non mi soffermo su temi, che riprenderò in successivi articoli, ma devo sottolineare che, intanto, una gobba legata ad una parziale inclinazione negativa della curva dei rendimenti, si è riassorbita, evidenziando una sorta di divergenza rialzista rispetto ai corsi. Inoltre sulle attuali quotazioni del BTP future notiamo che il minimo della giornata di ieri, è stato raggiunto in corrispondenza della intersezione di ben quattro rette di supporto, facenti parte di altrettanti canali rialzisti di medio. Prospettive di possibile ripresa quindi vi sono e nulla è escluso a priori.
A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT“