Perché è scoppiata la crisi di Governo?
Come evolverà?
E, soprattutto, quali scenari politici e finanziari attendono gli italiani?
A queste ed altre domande, rispondiamo con il seguente articolo.
Di seguito un breve elenco dei temi trattati:
- Perché una crisi di Governo ora?
- Scenario elettorale o nuovo governo?
- Conti pubblici e giudizio del mercato
Perché una crisi di Governo ora?
Sin dall’inizio, l’esecutivo Conte è stato contrassegnato da pesanti divergenze tra pentastellati e leghisti su molti temi rilevanti.
Tuttavia bisogna distinguere due fasi.
In una prima fase si sono affrontati temi e provvedimenti che non vedevano un netto diniego dell’altra parte.
Uno su tutti: il reddito di cittadinanza.
Esaurita questa prima fase, si stava entrando in una nuova fase, dove dovevano essere affrontati temi ben più spinosi, dalla finanziaria per disinnescare le clausole di salvaguardia alla tav.
La tav, o il tav, come qualcuno preferisce dire, era stato oggetto anche del contratto di Governo, che si era limitato a rinviare la questione.
Semplicemente, si era detto che andava rivista nelle modalità attuative.
Infatti, ecco cosa riportava l’accordo tra i due partners di governo“Con riguardo alla Linea ad Alta Velocità Torino-Lione, ci impegniamo a ridiscuterne integralmente il progetto nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia”.
In effetti, formula un po’ sibillina, che evidentemente la lega ha interpretato come comunque tale da aver confermato l’applicazione dell’accordo internazionale.
I contrasti della maggioranza
Evidentemente per i 5 stelle non era così, e il ridiscuterne integralmente poteva anche arrivare a voler dire accantonare il tutto.
La cosa certa era una evidente spaccatura.
Anche tra 5 stelle ed il proprio premier Conte, che neppure era presente in aula durante la votazione sulle diverse mozioni.
A scanso di equivoci, qui non sto a valutare chi abbia torto o ragione, su questo o altri specifici punti.
Evidenzio solo i motivi di contrasto.
Infatti la lega ha interpretato quel voto come un netto segnale di scollamento, non più recuperabile.
Intanto il decreto sicurezza bis era passato e Salvini almeno poteva dire di aver portato a casa questo ultimo risultato.
A ben vedere, però, il contrasto era iniziato in modo irrisolvibile almeno dalle elezioni europee.
Inoltre poi la Von der Leyen aveva messo in guardia il nostro paese proprio sui conti pubblici, laddove Salvini, invece, sarebbe disponibile anche a procedere in deficit.
A questo punto, tirare le somme non era difficile, ed infatti, giorno più, giorno meno, le mie previsioni di fine di questo esecutivo si sono puntualmente verificate.
Con inevitabili conseguenze finanziarie ed economiche, a partire proprio dalla tav.
E’ infatti indubbio che la diversa impostazione su questo tema comporti, inevitabilmente, differenti prospettive economiche, ma è su tutte o quasi le questioni politiche sul tappeto, che gli impatti economici possono essere molto diversi, secondo la piega che prenderanno gli avvenimenti.
Scenario elettorale o nuovo Governo?
Soprattutto Salvini punta a nuove elezioni, ed in tal caso i sondaggi lo premiano.
Dalle urne post crisi di Governo uscirebbe quindi un nuovo esecutivo, quanto meno a trazione leghista, forse in alleanza con altri partiti del centro destra.
Un centrodestra tradizionale sarebbe più gradito in ambito europeo e probabilmente ai mercati, sopratutto perché la lega ed in generale i sovranisti intendono avviare una manovra di consistente riduzione fiscale, riconducibile alla flat tax e ad altre misure, anche non rispettando i parametri europei.
Ma un centro destra tradizionale è ipotesi ormai tramontata, e non solo per i numeri,ma anche a fronte della rottura intervenuta in Forza Italia, con il movimento di Toti e della sua corrente, che uscirà per dar vita a liste autonome.
Se quindi Forza Italia già era in crisi di consensi da tempo, ora dovrà affrontare anche tale scissione.
In alternativa allo scenario elettorale, un governo del presidente, legato soprattutto all’esigenza di varare in tempo la finanziaria, evitare l’esercizio provvisorio di bilancio e poco altro, o un governo di più ampio respiro, basato su una diversa maggioranza.
Un governo del primo tipo riconduce alla formula dell’esecutivo tecnico o istituzionale, come all’epoca fu il governo Monti, ma sarebbe gradito ai mercati?
Occorre ricordare che proprio il governo Monti, porto all’impennata del rapporto debito/pil nel periodo di durata di tale esecutivo.
Governo che infatti varò manovre di politica economica recessiva, con un impatto molto negativo su produzione industriale e pil, con conseguente e rilevante diminuzione del denominatore di rapporti, come debito/pil, da cui non potè che conseguire una netta esplosione dei medesimi.
Dove sfocerà la crisi?
Una analoga esperienza non porrebbe, quindi, l’Italia al riparo da una tale evenienza, sopratutto se non fossero disinnescate le famose clausole di salvaguardia che, anzi, rischierebbero di avere pesanti ripercussioni sul pil.
E quanto alle possibilità che un tale esecutivo ottenga la fiducia, sono certo scarse, visto che neppure tutto il PD sostiene tale ipotesi.
Al più, potrebbe restare in carica, dopo un voto negativo sulla fiducia, per l’ordinaria amministrazione.
Infatti, sia un esecutivo tecnico, che politico, dovrebbe passare dalla formazione di una maggioranza tra PD e 5 stelle, ed a tale proposito occorre far chiarezza sulle rispettive posizioni.
Proprio in questi ultimi giorni si è rifatto vivo Grillo, a rilanciare ipotesi di accordo.
Ma, anche se ipotesi di accordo sono state formulate da Renzi, a favore di un esecutivo istituzionale, neppure tutti i renziani, nel PD, paiono andare in questa direzione.
Comunque, dopo il cambio di maggioranza interno al PD, ora a guida Zingaretti, indubbiamente i renziani temono una consistente riduzione della loro presenza nelle prossime liste elettorali, e certo non vedono così di buon occhio le elezioni.
D’altra parte, la linea ufficiale, espressa da Zingaretti, evidenzia soprattutto i punti di divergenza, che almeno in parte sarebbero gli stessi che aveva la lega con i pentastellati, come la tav.
Ipotesi per un nuovo Governo
Un esecutivo 5 stelle + PD, o parte del PD, resta quindi ipotesi altamente improbabile, anche perché passerebbe da una improbabile spaccatura dentro il PD stesso, o addirittura da una scissione dei renziani, ipotesi al momento scarsamente ipotizzabile.
Stesse scarse probabilità avrebbe un governo tecnico, più o meno per gli stessi motivi.
Comunque anche un governo politico si troverebbe al bivio, sulla prossima finanziaria, tra ipotesi recessive, in stime montiano, ed ipotesi di manovra espansiva, come vorrebbe Salvini.
Sarebbe quindi decisamente difficile accontentare le opposte esigenze, anche a prescindere da diverse visioni ed impostazioni su altri temi tra i partiti della maggioranza.
Dal canto loro, probabilmente i mercati non gradiscono esecutivi troppo sbilanciati sul versante delle manovre in deficit, ma neppure eccessivamente orientati verso manovre in stile montiano.
Prediligendo quell’equilibrio che probabilmente manca alle possibili, per quanto improbabili, ipotesi di attuali compagini governative.
La reazione dei mercati
I mercati non hanno preso bene questa crisi, soprattutto perché l’elemento che maggiormente li infastidisce è l’incertezza, nonostante il rating di Fitch non sia cambiato.
La principale ipotesi di nuovo esecutivo, la più probabile, vede peraltro affermarsi quel governo a trazione leghista, che pone diverse incertezze sul fronte dei conti pubblici.
Ma, come ho più volte ribadito, non bisogna guardare tanto allo spread o alle dinamiche del btp, quanto piuttosto alla curva dei rendimenti,
Vero termometro proiettivo sulla situazione economica e sulla tenuta dei conti.
Ecco il relativo grafico
Ho evidenziato con le frecce rosse una leggera traslazione della curva verso l’alto, cioè verso rendimenti più elevati.
Al contempo, i tratti rossi dentro le evidenziazioni in giallo, presentano i classici tratti segmentati.
Di cosa si tratta?
Quando una curva inizia ad esprimere una sorta di accresciuta segmentazione si manifesta un’iniziale segnale di tensione.
Anche se nulla di ancora particolarmente allarmante per questa crisi di Governo.
Non siamo cioè in presenza di una curva invertita al ribasso.
Anzi, quella italiana è una delle poche curve ancora impostata al rialzo, e questi tratti sono solo un alert che la situazione potrebbe mutare.
Verso un’evoluzione in negativo, ma il peggioramento potrebbe anche arrestarsi.
Al momento la situazione sembra assimilata ad una divergenza ribassista, che tuttavia ancora non è stata confermata dalla dinamica dei prezzi.
Per il momento possiamo quindi dire che il mercato obbligazionario è in alert con questa crisi di Governo.
A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT
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