Da inizio ottobre Creval ha perso circa il 60% di cui circa il 30% durante la seduta del 8 Novembre. Praticamente un massacro. Aggravato dal fatto che le quotazioni hanno rotto al ribasso l’importantissimo supporto in area 2.222€. Se tale rottura dovesse essere confermata in chiusura di settimana l’obiettivo successivo si trova in area 0.48€. Lontano, quindi, circa il 70% dai livelli di chiusura del 8 Novembre.
L’unica speranza per i rialzisti sarebbe un pronto recupero di area 2.222€.
News: Fonte MilanoFinanza
Secondo tonfo cinsecutivo del Creval in borsa. L’azione, che ieri 8 aveva segnato un -13,33%, oggi è stata a lungo sospesa e ha chiuso con un caduta del 29% a 1,8 euro. La notizia dell’aumento di capitale fino a 700 milioni, anticipata da MF-Milano Finanza di ieri e confermata dal cda, so è tradotta in una vera mazzata sul titolo, anche perché si tratta di una ricapitalizzazione, nota Banca Akros, pari a circa 2,5 volte la capitalizzazione di borsa. «Coerentemente con il nostro recente downgrade, Creval ha annunciato un’ampia iniezione di capitale per finanziare lo sforzo di pulizia del bilancio, con cui il management spera di chiudere la questione della qualità dell’attivo della banca», commenta Ubs Gli analisti evidenziano il rischio di esecuzione legato all’ampia diluizione con l’aumento e la possibilità di una «maggior erosione dei ricavi durante gli sforzi di ristrutturazione». Equita Sim (rating hold) sottolinea come l’entità della ricapitalizzazione annunciata renda «l’esecuzione del piano non banale. L’emissione di nuove azioni e gli accantonamenti necessari a ridurre gli npe (esposizioni non performanti, ndr) diluiscono il tangible book value per azione a 4,6 euro. In attesa di lavorare in modo più preciso sulle stime, riduciamo il target a 2,3 euro» da 3,3 euro, spiega Equita.
Il piano, battezzato Restart Under New-Normality, prevede la cessione di npl per 1,6 miliardi lordi che sarà deconsolidato attraverso una cartolarizzazione con garanzia pubblica (Gacs); da qui la necessità del rafforzamento patrimoniale. Creval intende inoltre ridurre i costi operativi per 63 milioni entro il 2019, con la chiusura di 88 filiali e 400 nuovi esuberi da gestire attraverso il fondo di solidarietà della categoria. Con queste iniziative il gruppo guidato da Miro Fiordi vuole portare il rapporto cost/income al 57,5% con un utile atteso di 150 milioni al 2020 e un Cet 1 ratio dell’11,01% a fine 2018 e dell’11,64% a fine 2020.
In previsione dell’aumento di capitale il consiglio di amministrazione dell’istituto valtellinese ha deliberato di sottoporre all’approvazione dell’assemblea straordinaria degli Azionisti, che sarà convocata, in unica convocazione, per il 19 dicembre, il raggruppamento delle azioni nel rapporto di una nuova azione ogni dieci esistenti. La banca sottolinea che, «nonostante il raggruppamento sia da un punto di vista finanziario neutro, ci si attende che possa portare benefici, in particolare alla luce del previsto aumento di capitale in opzione, inclusa la creazione di un mercato più efficiente e liquido per i diritti durante il periodo di negoziazione».