Quello del debito pubblico italiano è un record del quale vorremmo fare a meno, visto che si attesta su 2.569,3 miliardi di euro e a questo punto ci si chiede se crescerà ancora dopo questo nuovo record.
Con la fine dell’anno 2020, il debito pubblico nazionale ha raggiunto una cifra astronomica. In considerazione del fatto che la popolazione italiana, sempre in calo negli ultimi anni, è di circa 60.317.000 di abitanti a fine anno, il debito pro-quota ammonta alla favolosa cifra di € 42.596,61.
Ogni nuovo nato in Italia nasce con una dote in negativo da pagare di quasi 50.000 euro
Un vero problema per le generazioni future.
Per l’anno 2020 il debito è cresciuto di 159,4 miliardi, praticamente 13 miliardi al mese, una cifra record.
Questo è dovuto alla pandemia del Covid 19, ma i dati di bilancio per l’anno 2019 non erano per niente buoni.
Per l’anno 2021 le prospettive sono ancora disastrose, e sicuramente il deficit toccherà nuovi massimi.
Per adesso nessun problema, siamo in stato di pandemia ma ricordiamo che molto presto dovremo intervenire per forza.
Le misure emergenziali potranno essere portate avanti anche per tutto l’anno 2021 ma poi dovranno essere applicati i parametri del Patto di stabilità a livello europeo, salvo eventuali nuovi interventi di emergenza.
Il Commissario agli affari economici Paolo Gentiloni ha comunicato che a maggio si dovrà fare il punto della situazione, ed in particolare si prenderanno provvedimenti opportuni sulla possibilità di sospensione del Patto di stabilità.
Cosa succederà al nostro bilancio nazionale quando verrà meno la clausola di emergenza a fine 2021?
Abbiamo riposto molta fiducia nell’operato del Presidente Mario Draghi, ma la palude parlamentare rimane sempre in agguato, e i dati di bilancio sono sotto gli occhi di tutti.
Siamo speranzosi per una proroga del patto, ma i problemi finanziari italiani non potranno essere rinviati in eterno. E in ogni caso non ci ancora dato sapere se il debito pubblico crescerà ancora dopo il nuovo record.
Uno dei problemi da mettere sul tavolo del Governo Draghi sarà anche quello legato alle pensioni, un punto dolente per i cittadini italiani.
L’unica e forse più giusta soluzione sarebbe quella di introdurre l’equalizzatore. Ma sarà praticamente impossibile, visto i vasti interessi personali legati ai privilegi e ai diritti acquisiti in questo settore.
La formula di “tutto ai primi e ai prossimi si vedrà” non può continuare.
Ricordiamo le immortali parole di Giuseppe Mazzini “tra l’egoista e lo schiavo non è che un passo”, e questa bandiera da “egoista” è sventolata troppo spesso tra chi ci rappresenta.