Nei mesi scorsi molti ospedali italiani hanno richiamato personale medico in pensione a supporto degli staff in servizio per far fronte all’emergenza sanitaria in atto. Medici ed infermieri a riposo hanno affiancato i colleghi più giovani per gestire l’enorme numero di ricoverati a causa dei sintomi da Coronavirus. Superata la fase più critica, il legislatore ha dovuto far chiarezza sulle modalità di calcolo dei redditi, con particolare riferimento al DL 4/2019 che aveva reso non cumulabili le due attività.
L’articolo 1 della Legge 27/2020 ha introdotto importanti riconoscimenti per alcuni lavoratori in prima linea nella gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid19. Nello specifico, la normativa consente di disapplicare le disposizioni in materia di incumulabilità tra pensione e reddito da lavoro autonomo.
Medici, infermieri e personale OSS hanno quindi la facoltà di cumulare la pensione “Quota 100” con redditi da lavoro relativi ad incarichi per il contrasto all’emergenza epidemiologica.
Covid19: Importanti agevolazioni per alcuni pensionati Quota 100
Con la Legge 27, i soggetti, già collocati in quiescenza, possono ottenere un incarico di lavoro autonomo. La normativa introduce una diversa tipologia di incarico ovvero quella di collaborazione coordinata e continuativa. I dirigenti medici, veterinari e sanitari, ma anche tutto il personale del comparto sanità e gli operatori socio-sanitari saranno inclusi. A queste categorie è stato conferito un incarico di lavoro autonomo o di collaborazione coordinata e continuativa per fare fronte all’emergenza da COVID-19. Tutti questi professionisti, potranno cumulare la pensione Quota 100 con il reddito da lavoro conseguito unicamente dagli incarichi legati all’emergenza.
Ecco cosa bisogna fare
Importanti agevolazioni per alcuni pensionati Quota 100, dunque. Tutti i pensionati che hanno lavorato nel periodo dell’emergenza rischiano però la sospensione del pagamento della pensione. Gli interessati, per evitare questa ingiusta penalizzazione, devono comunicare all’ INPS di avere ripreso l’attività lavorativa in forma autonoma per emergenza COVID-19, indicando la durata del relativo incarico. Lo potranno fare tramite gli indirizzi di posta elettronica istituzionale o di posta elettronica certificata.
Un accorgimento che evita una vera e propria beffa. Il personale sanitario che ha coraggiosamente ripreso a lavorare nel periodo di massimo allarme, rischiava una penalizzazione sulla pensione a causa del cumulo con un’attività straordinaria richiesta dal Governo.