Può accadere che se non vi sono periodici accrediti sul conto corrente che garantiscano sempre la liquidità, ci si trovi in debito con la banca. Tuttavia, può succedere che non si ci accorga subito dello scoperto, in quanto, ad esempio, non si è effettuato un controllo periodico. Ebbene, in questi casi, si ci chiede cosa succede se si va in rosso con il conto corrente? Inoltre, si ci interroga sul se la banca è tenuta ad avvisare il cliente dello scoperto. Sul punto, è necessario fornire alcuni chiarimenti.
Obblighi informativi da parte della banca
Sul secondo interrogativo, cioè: se la banca è tenuta ad informare il cliente del rosso, soccorre, in via esemplificativa, un provvedimento del 18 giugno 2019. Con esso, la Banca d’Italia ha stabilito obblighi informativi più incisivi a favore dei clienti. Nella specie, i correntisti devono ricevere il riepilogo delle spese, in modo da poter controllare, in ogni momento, il saldo. Inoltre, se si sconfina oltre i 300 euro su conti senza fidi, la banca deve avvisare il cliente entro 1 mese e 3 giorni. Dunque, l’obbligo dell’informazione scatta solo in caso di sconfinamento consistente.
Si considera tale, lo sconfinamento, quando: a) in un conto corrente senza fido, lo scoperto è pari o superiore a 300 euro; b) in un conto corrente con fido, lo scoperto raggiunge almeno il 5% dell’importo totale del fido. La comunicazione dello sconfinamento deve essere effettuata massimo entro tre giorni lavorativi successivi al compimento del mese.
Conseguenze del conto corrente in rosso
Ebbene, visti gli obblighi informativi, si passa ad esaminare la domanda centrale, ossia: cosa succede se si va in rosso con il conto corrente? Anzitutto, Il correntista può addivenire alla decisione estrema di chiudere il conto. Ciò, per evitare il lievitare degli interessi. Prima di ciò, tuttavia, deve procedere al saldo del debito con la banca. Diversamente, egli può avere dei problemi in quanto, in presenza di un debito con la banca, quest’ultima è tenuta a fare una segnalazione alla Centrale Rischi. Tuttavia, detta segnalazione nell’elenco dei cattivi pagatori non scatta in automatico. Essa richiede, comunque, un preventivo avviso al cliente, da spedire con lettera raccomandata, con cui lo si avvisa, dandogli la possibilità di saldare.
Inoltre, la segnalazione alla Centrare Rischi scatta solo quando c’è uno stato oggettivo di insolvenza e non una temporanea difficoltà. Questo significa che, normalmente, le banche non segnalano i propri clienti per somme irrisorie, salvo che non abbiano più volte intimato il pagamento. Naturalmente, le somme non pagate in tempo produrranno interessi e su quelli bisogna stare attenti. Ciò in quanto può accadere che la banca li calcoli non solo sulla sorta capitale ma anche sui precedenti interessi maturati e non saldati. Detta pratica è illegale e va contestata, in quanto siffatti tipi di interessi anatocistici non sono dovuti.
Altre conseguenze
Naturalmente, se si è in rosso, bisogna stare attenti non emettere assegni. Ciò in quanto, per uno scoperto di pochi euro sul conto corrente, la banca non effettua il ritiro del carnet degli assegni dal proprio cliente. Di conseguenza, se si emettono assegni senza provvista, si rischia di incorrere nel protesto. Anche qui, vi sarà un primo avviso bonario da parte della banca con cui avvisa il proprio cliente dell’assenza di fondi per onorare il debito. Se, nel termine assegnato, il correntista non copre il dovuto, l’assegno viene protestato, con tutte le conseguenze del caso.