Cosa succede dopo una lettera di richiamo

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Un rapporto di lavoro subordinato è soggetto ad una serie di regole e pattuizioni stabilite dal codice civile e dal CCNL di riferimento. Diritti e doveri delle due parti sono infatti ben specificati e costituiscono la base per una serena collaborazione professionale. La normativa giuslavoristica determina le condizioni generali alle quali tutti gli accordi devono sottostare. Tali indicazioni sono in costante aggiornamento al fine di recepire le novità in materia legislativa, sanitaria o retributiva.

Qualora il datore di lavoro ritenga che il dipendente non rispetti quanto pattuito dal contratto, può ricorrere alle sanzioni previste dalla normativa. Le misure a disposizione dell’imprenditore sono il richiamo, la multa, la sospensione sino ad arrivare al licenziamento. In questo articolo vogliamo approfondire cosa succede dopo una lettera di richiamo e quali tutele prevede la legge per il lavoratore.

Richiamo verbale e scritto

Il datore di lavoro può chiedere formalmente ad un dipendente di rispettare quanto previsto dal contratto sia in forma verbale che scritta. In entrambi i casi, l’obbiettivo del provvedimento è avvertire il dipendente e addivenire ad un ravvedimento senza ulteriori sanzioni. Le lettere di richiamo non vanno sottovalutate poiché esse possono costituire un precedente in caso di ulteriori future contestazioni. Il lavoratore ha infatti cinque giorni di tempo per rispondere sia in forma orale che scritta. I contratti delle banche di credito cooperativo consentono di allungare a dieci giorni il tempo per una replica. Nel settore assicurativo, questa scadenza triplica, arrivando a quindici giorni. In ogni caso, una risposta sarà sempre utile per chiarire la propria posizione ed evitare possibili incomprensioni. Una volta ricevuto un richiamo scritto sarà opportuno evitare possibili ulteriori contestazioni, poiché la recidiva può comportare altre e maggiori sanzioni.

Cosa succede dopo una lettera di richiamo

Un semplice rimprovero scritto non costituisce un grave evento nel corso di una carriera lavorativa. Non è quindi necessario preoccuparsi seriamente di cosa succede dopo una lettera di richiamo. In caso di contestazione di fatti gravi, infatti, il datore di lavoro potrà sospendere o addirittura licenziare il dipendente. Quest’ultimo potrà comunque chiedere l’assistenza di un legale o di un’organizzazione dei lavoratori. Rientra tra i diritti del subordinato chiedere un confronto con il datore di lavoro eventualmente assistito da un rappresentante sindacale. Ricordiamo che, a seguito di una contestazione motivata, il datore di lavoro potrebbe revocare il rimprovero scritto derubricandolo a semplice richiamo verbale.