Tra i prodotti d’investimento preferiti dal risparmiatore troviamo i titoli di Stato. Le motivazioni riguardano ad esempio la facilità di comprensione dello strumento, la tassazione agevolata, le cedole (a volte generose, come questi 2 BTP con tasso sopra il 5%). Poi abbiamo i titoli studiati per il piccolo risparmiatore (c.d. clientela retail) e per il rilancio del Paese, come nel caso del BTP Italia e del BTP Futura. Quindi all’atto della successione non è raro incontrare titoli di Stato da ereditare.
Vediamo allora di capire cosa succede a BTP e titoli di Stato in questo momento di passaggio generazionale.
Come funzionano BTP e titoli di Stato?
Inquadriamo innanzitutto la materia dei titoli di Stato da un punto di vista dei costi e delle spese. Essi si possono comprare in asta, ossia al momento dell’emissione, o sul mercato obbligazionario secondario (MOT). In entrambi i casi ci si rivolge a un intermediario finanziario abilitato, come ad esempio la propria banca di fiducia.
L’acquisto in asta ha il vantaggio di non prevedere commissioni (le paga l’emittente), tranne nel caso dei BOT, che prevedono tuttavia dei costi massimi già stabiliti. L’acquisto sul MOT prevede in genere l’applicazione di commissioni fisse o variabili ( ma in genere con tetto massimo) da parte degli intermediari.
Il conto deposito titoli
Il loro acquisto porta all’apertura del deposito titoli, detto anche dossier titoli. Si tratta dello strumento di appoggio (al normale conto) che custodisce ogni tipologia di strumento finanziario per conto del cliente. Gli intermediari finanziari di norma fanno pagare una commissione (fissa o variabile) al cliente quando il servizio è attivato. Le strategie commerciali dei vari istituti fa sì che sul mercato si trovino promozioni speciali anche in merito al dossier titoli.
Tuttavia, in caso di promozioni su questo fronte attenzione alle commissioni di compravendita dei titoli. Potrebbe capitare, infatti, che ciò che si risparmia su un fronte potrebbe essere caricato su un altro. In parole semplici, vanno considerate tutte le voci, non solo quelle in promozione.
Cosa prevede la tassazione
Questi prodotti possono essere venduti anche prima della loro naturale scadenza. Se il prezzo di vendita è superiore a quello di acquisto, si ottiene una plusvalenza (c.d. capital gain), sulla quale si applica la tassazione del 12,50%. In caso contrario si ha una perdita in conto capitale, oltre alle commissioni al proprio broker.
Anche sugli interessi attivi maturati dai titoli di Stato (italiani ed eteri, ma appartenenti all’elenco dei Paesi white list) si paga l’imposta sostitutiva del 12,50%. Invece per gli zero coupon bond l’aliquota si applica alla differenza tra il prezzo di acquisto e quello di vendita.
Cosa succede a BTP e titoli di Stato lasciati in eredità sul conto a un solo erede o a più eredi?
In sede di successione, il mandato viene estinto e quindi i titoli e tutti gli altri strumenti finanziari passano agli eredi. Quest’ultimi, in particolare, possono decidere se mantenere in vita gli investimenti o liquidarli, ma solo se vi è accordo tra tutti gli eredi.
Nel caso di mandato cointestato, il cointestatario in vita può disporre liberamente della propria quota di competenza.
Per quanto riguarda il passaggio agli eredi, la legge prevede che i titoli di Stato siano esenti dall’imposta di successione. La norma vale anche per i titoli di Stato di altri Stati UE e titoli equiparati. Si pensi alle obbligazioni emesse dalla BIRS (Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo) o dalla BEI (Banca Europei per gli investimenti).
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