Cosa si rischia con un assegno bancario scoperto?

conto corrente

Rischia non poco chi emette un assegno bancario scoperto magari per mettere a tacere seppur momentaneamente un creditore alle calcagna. In tempi passati al fedifrago venivano comminate sanzioni di carattere penale. L’emissione di un assegno bancario scoperto coincide con un “illecito amministrativo” che viene punito con sanzioni pecuniarie e interdizioni.

Un assegno scoperto, anche detto a vuoto, riserva a chi lo riceve la mancata riscossione della somma di denaro indicata sullo stesso. Ciò perché sul conto deposito del debitore che ha emesso l’assegno non vi è copertura, ovvero liquidità disponibile. Tale situazione si verifica allorquando l’importo dell’assegno supera il deposito bancario di chi lo emette.

Assegno senza provvista

Ogni assegno costituisce un titolo di credito che dà facoltà al creditore di rilevare la somma segnata recandosi presso lo sportello della banca del debitore. L’istituto di credito consegna il denaro corrispondente all’importo indicato solo nella misura in cui sul conto figuri la “provvista”. Nel caso in cui manchi la liquidità utile al pagamento dell’assegno, la banca non eroga denaro. Sapendo cosa si rischia con un assegno bancario scoperto, il debitore può prontamente rimediare all’illecito.

Qualora non voglia incappare in misure sanzionatorie gli è consentito il versamento di denaro sul proprio conto corrente a copertura dell’importo segnato. In presenza di un assegno senza provvista la banca invia difatti immediata comunicazione al cliente in cui lo invita a risolvere l’insoluto entro una determinata data. Il pagamento tardivo va effettuato tra i 68 e i 75 giorni a seconda che si tratti di una emissione su piazza o fuori piazza.

Cosa si rischia con un assegno bancario scoperto?

Se il debitore non provvede, dietro sollecito bancario, a versare sul proprio conto la somma sufficiente ad autorizzare il pagamento dell’assegno, si procede diversamente. L’assenza di un pagamento tardivo a copertura dell’assegno a vuoto dà avvio al procedimento del protesto. Un notaio, o un pubblico ufficiale, provvede ad inserire il nominativo del debitore insolvente nel Registro Informatico dei protesti.

La sanzione pecuniaria prevista oscilla tra 516 e 3.099 euro, ma aumenta in presenza di emissione di assegni recanti un importo superiore ai 10.329 euro. A ciò si aggiunga che il debitore non avrà più diritto ad emettere assegni per un arco di tempo che va da 2 a 5 anni. Né tantomeno potrà avanzare richiesta di mutui, finanziamenti o apertura di un ulteriore conto corrente.